Il caso

Banca Popolare di Sondrio, scende in campo l'Unione Valmalenco

Continua a fare discutere l'offerta di Bper

Banca Popolare di Sondrio, scende in campo l'Unione Valmalenco
Pubblicato:

Continua a fare discutere l'offerta di scambio lanciata da Bper sulle azioni della Banca Popolare di Sondrio. A farsi setnire è ora l'Unione Valmalenco, con una lettera aperta firmata dalla presidente Renata Petrella, sindaca di Chiesa; e dal vice presidente Arif Negrini, primo cittadino di Caspoggio.

Banca Popolare di Sondrio, scende in campo l'Unione Valmalenco

Ecco il testo integrale del loro intervento:

"L’identità di un territorio è strettamente legata alle memorie condivise che ne costituiscono la storia, alla capacità di sviluppare e difendere la propria specificità, soprattutto nei periodi di instabilità, e alle istituzioni che uniscono e supportano la comunità. La Banca popolare di Sondrio incarna questo ruolo da oltre centocinquant’anni, rappresentando un punto di riferimento per i valtellinesi, dai privati cittadini alle piccole e medie imprese, fino agli enti pubblici. La sua presenza territoriale continua a essere una colonna portante della nostra realtà; è stata, e continua a essere, uno degli attori principali dello sviluppo della nostra valle, senza dimenticare che è soltanto grazie all’impegno e ai sacrifici di molti nostri concittadini che l’istituzione si è potuta sviluppare e crescere, senza mai mettere in secondo piano il profondo legame tra banca e territorio.

Perciò, ci uniamo al coro di preoccupazione di chi ha già espresso le numerose perplessità riguardo all’offerta pubblica da parte di Bper. L’acquisizione proposta e, va precisato, non concordata preventivamente, appare come un’imposizione dall’alto, motivata esclusivamente da considerazioni economiche e numeriche, che non tengono in alcun conto le ripercussioni sociali e locali che un simile cambiamento sicuramente potrebbe comportare.

Il futuro dei nostri cittadini, delle imprese e delle istituzioni locali è indissolubilmente connesso a quello della Banca Popolare di Sondrio: la perdita della sua autonomia e della sua indipendenza, con la conseguente sua estinzione, comporterebbero, di riflesso, quella della nostra comunità. Pertanto, insieme a coloro che si sono già espressi, ribadiamo la necessità di prestare massima attenzione all’esito di tale operazione. Il timore è che l’attuale connessione tra la BPS e il territorio venga irrrimediabilmente compromessa, con un inevitabile distacco tra l’istituzione e i suoi utenti. Le esperienze di altre acquisizioni hanno infatti dimostrato l’inevitabile riduzione dei posti di lavoro e la formazione di una incolmabile distanza – la definiremmo “cecità” – tra l’istituto, gli attori locali e i progetti nati in seno alla comunità. Gli effetti economici e sociali di una simile trasformazione risulterebbero devastanti, con il rischio di mettere a repentaglio la sopravvivenza di filiali, come quelle di Lanzada e Caspoggio, privando quelle comunità di servizi bancari e aggravando così il fenomeno della cosiddetta “desertificazione” degli sportelli bancari.

L’esortazione, quindi, è quella di preservare la sopravvivenza, l’indipendenza e la forza della Banca Popolare di Sondrio, con l’obiettivo di tutelare, al contempo, le specificità e le esigenze dei territori".

News da Chiesa in Valmalenco
Seguici sui nostri canali