C’è un altro ospedale che cade a pezzi
Fu costruito dal Consorzio mandamentale nel 1936 ma ora versa in grave stato di abbandono e la gente chiede l’intervento del Comune.
"Ridateci il nostro ospedale civile mandamentale, costruito con sacrifici dai nostri avi. Da anni versa in uno stato di degrado; abbiamo anche timore che possa diventare rifugio di sbandati, un pericolo per i nostri giovani".
Tanti cittadini, molti di loro anziani, ricordano quando non c’era, negli anni ‘40, e dovevano scendere a Grosio o a Tirano. Rievocano la storia.
Consorzio dell’Ospedale
Il Consorzio dell’Ospedale mandamentale nel 1936 assolvendo ad un secolare desiderio ed aspirazione della popolazione bormiese, col fondo della cassa di Risparmio Province Lombarde di 240.000 lire e con la vendita di un terreno di proprietà, costruì l’edificio che ne costò 310.091,55.
Opera eseguita con criteri, impianti sanitari e di riscaldamento modernissimi; vi presero posto anche il refettorio materno, la cassa Mutua Malattie, la Sezione del Consorzio antitubercolare provinciale e un’infermeria ben attrezzata, utile a Bormio, centro di cura e soggiorno turistico.
Il 29 dicembre 1961 i Comuni mandamentali, Bormio, Valdidentro, Valfurva, Valdisotto, Livigno, sottoscrissero un mutuo passivo di 10.000.000 di lire con la Cassa di Risparmio per adeguamento e ampliamento di locali da adibire a reparto radiologico e lavori straordinari, fra cui sopralzo del tetto, nuova lavanderia, installazione dell’ascensore, sistemazione dell’impianto di acqua calda.
La storia
In tale occasione l’amministrazione comunale di Bormio informava che i Comuni erano comproprietari dell’edificio ospedaliero e per tanto la garanzia che questi dovevano prestare era giustificata oltre che dalla finalità delle opere che l’ospedale doveva attuare, dal patrimonio che l’ospedale stesso avrebbe potuto valorizzare. Nel 1963, un ulteriore mutuo di 15.000.000 di lire, per altri lavori.
Nel 1967 i cinque sindaci firmarono una terza fideiussione di 40.000.000 di lire per l’ampliamento. Struttura pubblica, quando ci fu la distinzione tra ospedali e territori, le funzioni furono trasferite a Sondalo, dopo la nascita dell’Ente ospedaliero Morelli di Sondalo. I cittadini si appellano ora all’amministrazione comunale di oggi, guidata da Silvia Cavazzi, cui chiedono se ci sono aggiornamenti su un possibile riscatto da parte del Comune, una riconversione o un nuovo utilizzo da parte della proprietà, che ponga fine al disagio.