Cgil Sondrio: “Consultori familiari da rilanciare, non da tagliare. Servono più risorse e personale per garantire diritti e salute”
La FP CGIL di Sondrio rilancia l’appello per il potenziamento dei consultori familiari pubblici: troppi tagli, personale insufficiente e accesso limitato ai servizi essenziali per donne, minori e famiglie.

In occasione del cinquantesimo anniversario della legge 405/1975, che istituiva i consultori pubblici familiari, la FP CGIL di Sondrio lancia un appello deciso a potenziare questi presidi fondamentali di salute e diritti, oggi sempre più a rischio. A intervenire sono Michela Turcatti e Leonardo Puleri, rispettivamente Segretaria Generale e Segretario della Funzione Pubblica CGIL Sondrio, che ricordano come i consultori rappresentino un “presidio pubblico di salute e diritti” e vadano tutelati e rilanciati, anche e soprattutto in provincia di Sondrio.
Ridotti
“Oggi più che mai – affermano i due sindacalisti – è importante ricordare come anche nella nostra provincia i Consultori Familiari abbiano fatto la storia della tutela della salute, della prevenzione e dei diritti delle donne e delle famiglie. Ma i ripetuti tagli alla sanità pubblica ne hanno ridotto drasticamente numero ed efficienza”.
La situazione attuale è ben lontana dagli standard previsti dalla normativa: la legge stabilisce la presenza di un consultorio ogni 20.000 abitanti, ma nella provincia di Sondrio ne è attivo solo uno ogni 35.791 abitanti, a fronte di una popolazione di quasi 179.000 persone. Sono solo cinque i consultori pubblici presenti sul territorio, spesso privi di tutte le figure professionali necessarie, come psicologi, ginecologi, ostetriche, assistenti sociali e mediatori culturali.
Punto di riferimento fondamentale
Per la CGIL, questa carenza significa indebolire un punto di riferimento fondamentale per la salute sessuale e riproduttiva, la prevenzione della violenza di genere, il sostegno alle famiglie e ai giovani, l’educazione all’affettività, ma anche per garantire l’accesso libero e sicuro all’IVG e alla salute di genere.
Nonostante la professionalità riconosciuta degli operatori locali, anche la programmazione triennale 2025-2027 dell’ASST Valtellina non sembra prevedere nuovi investimenti significativi per questi servizi.
“Si sottolinea il valore pubblico – spiegano Turcatti e Puleri – ma si preferisce concentrare risorse ed energie sulle prestazioni legate alle Olimpiadi, lasciando indietro un servizio che dovrebbe essere prioritario”.
Pur riconoscendo il valore di iniziative simboliche come i “Baby Pit Stop” previsti per i Giochi, la CGIL sottolinea come la vera sfida per il territorio lombardo sia garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per tutte e tutti: donne, minori, persone LGBTQIA+, famiglie e coppie, attraverso un rilancio serio dei consultori, con investimenti in infrastrutture e soprattutto personale qualificato.
“Quello dei consultori – concludono i sindacalisti – è un servizio pubblico essenziale, che deve essere garantito con standard adeguati in tutto il territorio, per rispondere ai bisogni di salute e di diritti di ogni cittadino e cittadina”.