Tutto più caro: ecco quanto costa fare la spesa. La denuncia di Coldiretti
Aumenti percentuali a due cifre per pasta, burro e verdura fresca, crescono anche carne, farina e frutta, mentre il prezzo del grano è balzato del 25% e quello dell’olio di semi del 19%
Un mese di guerra in Ucraina ha fatto impazzire i prezzi delle materie prime, dal petrolio che è aumentato del 25% al prezzo del grano che è balzato del 53% con effetti a valanga su famiglie ed impese. E’ quanto emerge dalle analisi della Coldiretti in riferimento sconvolgimento dei mercati internazionali dell’energia e del cibo che minaccia imprese e famiglie, dai trasporti agli approvvigionamenti alimentari. In un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’andamento dei prezzi di benzina e gasolio si ripercuote sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori.
Effetti sul carrello della spesa
Gli effetti si vedono anche sulla vita quotidiana dei consumatori valtellinesi e chiavennaschi, costretti a far fronte a un “carrello della spesa” sempre più caro per via degli aumenti e della micidiale combinazione con una bolletta energetica che le famiglie hanno visto impennare verso l’alto: in generale, i prezzi al consumo dei prodotti alimentari e delle bevande sono in media del 4,6%, ovviamente con alcuni estremi davvero incisivi.
Inoltre, se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori – denuncia Coldiretti Sondrio – non riescono neanche a coprire i costi di produzione, con il balzo dei beni energetici che si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera.
Accelerazione dei prezzi
L’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari è dovuta sia a quelli lavorati (+3,1%) che non lavorati (+6,9%) con le tensioni inflazionistiche che si propagano al cosiddetto “carrello della spesa”. In testa alla top ten dei prodotti alimentari che hanno fatto segnare il maggior incremento di prezzi con un balzo del 19% c’è l’olio di semi come il girasole importato dall’Ucraina che ha dovuto interrompere le spedizioni e si registrano accaparramenti e scaffali vuoti.
A seguire sul podio forti rincari fa registrare con un +17% la verdura fresca e la pasta (+12%) con la corsa agli acquisti nei supermercati per fare scorte. Aumenti dei prezzi significativi fanno segnare nell’ordine burro (+12%), farina (+9%), margarina (+7%), frutta fresca (+7%), pesce fresco (+6%) e carne di pollo (+6%).
Il boom delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime si riflette – sottolinea Coldiretti Sondrio – sui costi di produzione del cibo ma anche su quelli di confezionamento, dalla plastica per i vasetti all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi.
Per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea.