Consegnate 3109 firme contro i lupi
A Sant’Antonio, sabato scorso, la petizione nelle mani di Giacomo Zamperini, presidente della commissione montagna.
A Sant’Antonio, sabato scorso, sono state consegnate a Giacomo Zamperini, presidente della commissione montagna del Consiglio regionale, che si occupa della valorizzazione anche dei territori di confine e dei rapporti con la Svizzera, 3109 firme, in calce alla petizione popolare "No lupi nei paesi", con cui chiedere la tutela della sicurezza pubblica a fronte della crescente presenza dei lupi. "La paura distrugge, la cultura costruisce; la politica è assente, le istituzioni tengono nascosto l’impatto, monitoraggio e contenimento del Piano lupo, fermo da 8 anni, sono conservativi", dicono i rappresentanti dei Comitati per la tutela delle persone e degli animali dai lupi (Roberto Compagnoni Alta Valle e Grosio, Mario Pighetti Valchiavenna, Michele Corti referente di quelli Lombardi). Zamperini, prima dell’estate, ha istituito una commissione speciale sul problema del lupo e ascoltato i Comitati, che dicono: "L’iniziativa delle firme serve a prevenire i problemi di sicurezza pubblica per l’uomo; dilaga la predazione di animali selvatici e domestici vicino ai centri abitati, persino in cortili, giardini, stalle. Chiediamo a Regione un protocollo per il monitoraggio e la gestione dei lupi confidenti, di aprire, come in Toscana, un numero verde, per segnalare predazioni e avvistamenti; di far conoscere ai cittadini in tempo reale i dati sulla presenza dei lupi, come nel vicino Canton Grigioni; di mantenere i lupi entro riserve naturali. Il Piano lupo nazionale delude le aspettative sul contenimento dei predatori; scarsa la coerenza del governo che, in sede europea, auspica il declassamento del grado di protezione del lupo e, in Italia, con il Piano lupo, tende a congelare uno status quo di rigida tutela inaccettabile, visto che la popolazione di lupi è la più grande e densa d’Europa. La Commissione europea ha spronato le regioni a utilizzare gli spazi già concessi dalla normativa esistente".
Pubblico
Dal pubblico è emersa la richiesta di informare sui rischi; tanti allevatori stanno abbandonando i pascoli. Il consigliere Zamperini: "è saggio rinviare l’approvazione del Piano a dopo le elezioni europee, in attesa di una revisione comunitaria della norma. Stiamo chiedendo di informare ed essere informati; è importante fare chiarezza; non possiamo andare avanti con le deroghe, oggetto di ricorsi e lungaggini burocratiche; dobbiamo avere regole certe che ci consentano di monitorare il lupo e fare un piano di contenimento adeguato. Il problema è sentito dalla gente, che vuole risposte e noi ci prendiamo la responsabilità di darle; abbiamo il compito di difendere e tutelare la biodiversità. Non vogliamo generare allarmismo e al contempo vogliamo difendere i pastori che ho visto piangere per le predazioni subite". Così Corti. "Oggi inizia un nuovo ciclo; un cattivo Piano lupo, come il governo ha mandato avanti, congela lo stato di conservazione del lupo a oltranza, indipendentemente dal numero che può raggiungere; prevede pochissimi casi di interventi. Mai che dica: abbattiamolo quando fa danni; qui il lupo è vacca sacra, totem, tabù".