Distretto Biologico della Valtellina: Dopo il riconoscimento al via la nuova fase
Con il riconoscimento inizia una nuova fase di sviluppo con l'obiettivo di aumentare la superficie biologica
Un'attestazione che premia il lavoro svolto con impegno e passione dagli agricoltori, sostenuti dagli enti pubblici, un accreditamento che apre nuove, interessanti prospettive: il Distretto Biologico della Valtellina, con il riconoscimento di Regione Lombardia ai sensi della legge nazionale sull'agricoltura biologica, è un organismo pronto a svolgere un ruolo attivo, partecipando a bandi pubblici, elaborando progetti e promuovendo iniziative. Allargamento della superficie biologica, reclutamento di nuovi produttori, coinvolgimento dei consumatori sono i prossimi obiettivi, a partire dall'inaugurazione ufficiale, nelle prossime settimane, del Centro del biologico, a Chiuro, che già da qualche mese accoglie le scolaresche per percorsi di visita sensoriali e multimediali. Il Distretto Biologico della Valtellina, che conta quindici aziende socie, è il primo a essere riconosciuto in Lombardia.
Distretto Biologico della Valtellina
La Comunità Montana Valtellina di Sondrio, che anni orsono ne aveva promosso la costituzione con il progetto Interreg Sinbioval, è pronta ad affiancarlo nel nuovo percorso verso la promozione e la divulgazione.
"Innanzitutto è un primato che ci rende orgogliosi, l'ennesimo se consideriamo le tante eccellenze agroalimentari a marchio europeo che vantiamo, ma che aumenta le nostre responsabilità - sottolinea il presidente Tiziano Maffezzini -. Al potenziale da sviluppare, che già avevamo, si aggiungono gli strumenti per coinvolgere altre aziende e per far comprendere il valore della sostenibilità ambientale a vantaggio dei consumatori e del territorio. Dovremo essere ancora più bravi per sfruttare l'opportunità che la Regione Lombardia ci ha concesso: la produzione biologica allarga e qualifica la nostra straordinaria offerta di eccellenze agroalimentari".
Produzioni tipiche valtellinesi
Latte e formaggi, miele e marmellate, ma anche vino e mele: le produzioni tipiche valtellinesi hanno tutte una nicchia di biologico rivolta a chi cerca espressamente queste produzioni perché attenta alla sostenibilità ambientale. Nei giorni scorsi Giancarlo Bongiolatti è stato confermato alla carica di presidente dal Consiglio di amministrazione formato da Silvia Scieghi, Giulia Scarinzi, Angelo Beltrama, Fabrizio Tona, Gabriele Colombini, Massimo Rapella, Ivo Londoni e Stefano Scetti.
"Sono stati anni molto impegnativi ma questo risultato ci ripaga di tutti gli sforzi - sottolinea il presidente Bongiolatti -: il riconoscimento non dà lustro soltanto a noi produttori biologici ma a tutta la valle e aumenta le opportunità per chi vuole entrare in questo settore e per chi si vuole espandere. Per far crescere il settore noi dobbiamo essere da esempio, una fonte di ispirazione per tante piccole aziende che hanno già espresso il loro interesse. Contemporaneamente dovremo intervenire con azioni di divulgazione e di promozione, soprattutto nelle scuole, per far crescere l'attenzione nei confronti dei prodotti biologici e favorire la commercializzazione".
Per un traguardo raggiunto, il riconoscimento, se ne prospetta un altro, non meno ambizioso: l'aumento del 10% della superficie biologica entro il 2030, in linea con gli obiettivi europei.
"Noi ci crediamo - conclude il presidente Maffezzini - e, come enti pubblici, continueremo a sostenere le aziende che intraprenderanno questo percorso. Per la Valtellina l'agricoltura biologica rappresenta un'opportunità che integra l'agricoltura tradizionale, due ambiti che possono coesistere traendo benefici l'uno dall'altro, e che possono contare sul ruolo attivo della Fondazione Fojanini, da sempre all'avanguardia nella ricerca e nella sperimentazione".