Lombardia

Dote Scuola, altri 9 milioni per le famiglie rimaste senza

Soddisfazione del consigliere Raffaele Straniero: "La Regione ci ha ascoltato"

Dote Scuola, altri 9 milioni per le famiglie rimaste senza
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“Non possiamo che essere soddisfatti: dopo il grosso aiuto arrivato in questi mesi alle famiglie italiane dal Governo, anche Regione Lombardia, dandoci ascolto, ha aggiunto una considerevole somma, oltre 9 milioni di euro di fondi propri, sulla Dote Scuola. A questo punto, ci auguriamo che le 631 richieste della provincia di Sondrio che erano state ammesse, ma non finanziate, ricevano tutte un contributo per l’acquisto di libri di testo, materiale didattico, tecnologia”, è soddisfatto Raffaele Straniero, consigliere regionale del Pd, Gruppo che per primo aveva denunciato il problema che si era venuto a creare quest’anno con la misura a sostegno degli studenti.

Per le famiglie

In sostanza, la parte dotale riferita al materiale didattico non aveva abbastanza fondi per soddisfare tutte le richieste e in Lombardia 45mila famiglie ammesse non avevano ricevuto un euro.

“Quando l’assessore regionale all’Istruzione ha risposto alla nostra richiesta di chiarimenti ha detto chiaramente che in alcune province quasi il 50 per cento dei richiedenti non aveva ricevuto i finanziamenti del bando. Una di queste province, con il 46,78 per cento, era proprio quella di Sondrio. E noi avevamo prontamente sollecitato la Giunta Fontana a intervenire – prosegue Straniero –. Soprattutto, l’errore quest’anno era stato quello di aver tenuto aperto il bando per un periodo più breve del solito. Ma il problema vero stava nel fatto di non aver postato a bilancio più risorse proprie, adeguandosi anche ai fondi aggiuntivi messi in campo in questi mesi dagli ultimi governi e destinati alle scuole per sostenere con strumenti digitali le famiglie sprovviste e meno abbienti”.

Pochi giorni dopo l’input del Pd, Regione Lombardia ha aggiunto gli stanziamenti che mancavano all’appello.

Non-riforma

La riforma della sanità lombarda merita una discussione senza limiti di tempo. È la convinzione del Gruppo regionale del Pd che ha chiesto formalmente di non contingentare i tempi di discussione in Aula quando il tema arriverà all’attenzione dei consiglieri. A norma di regolamento, è facoltà di ogni gruppo avanzare questa domanda per un solo provvedimento a legislatura, il cosiddetto ‘Jolly’.

“La non-riforma di Fontana e Moratti non risolve i problemi esplosi con la pandemia e, soprattutto, non tocca la questione maggiore: la sanità lombarda non è uguale per tutti – spiega Raffaele Straniero, consigliere regionale del Pd –. Non lo è se abiti in un piccolo centro, in montagna o in periferia piuttosto che in centro città. O se puoi pagare o devi attendere mesi per un esame. Nella riforma, invece, l’impostazione non cambia ed è tutta incentrata sui grandi ospedali e debolissima sulla medicina territoriale. Noi abbiamo una visione alternativa e chiediamo che se ne discuta approfonditamente, senza limiti di tempo. Per il bene dei lombardi”.

 

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