Povertà infantile

Fondazione Cariplo e QuBì: i risultati, le esperienze e le sfide

QuBì rappresenta una “infrastruttura sociale” costruita su una logica collaborativa tra istituzioni pubbliche e terzo settore

Fondazione Cariplo e QuBì: i risultati, le esperienze e le sfide
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“QuBì - La ricetta contro la povertà infantile” è il programma promosso da Fondazione Cariplo che ogni giorno da sei anni opera a Milano per sostenere le famiglie con minori in situazioni di povertà. Giovedì 6 giugno al MEET – Digital Culture Center di Milano Fondazione Cariplo ha organizzato un evento per ripercorrere, insieme a promotori, referenti e beneficiari, i risultati e le sfide che hanno incontrato in questi anni di lavoro.

Il contributo dell'ex presidente di Fondazione Cariplo

Nato su iniziativa dell’ex presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, QuBì rappresenta una “infrastruttura sociale” costruita su una logica collaborativa tra istituzioni pubbliche e terzo settore per realizzare interventi mirati e intercettare le situazioni di povertà. Durante il suo intervento, l’ex presidente ha raccontato di aver vissuto la povertà in prima persona quando era piccolo, ma ha anche sottolineato come la povertà di oggi sia ben diversa da quella di allora: «Oggi la povertà ti deprime perché ti fa mancare il minimo indispensabile. Di fronte a questa disuguaglianza la società soffre per il suo futuro. La risposta, a mio avviso, è la comunità: la comunità è il futuro di questo Paese e le fondazioni comunitarie, come Cariplo, si battono attraverso interventi che mobilitano tutti. Ma non è abbastanza, bisogna sconfiggere la povertà educativa a livello nazionale, perché un bambino non ha colpa se nasce in una famiglia disastrata e non può andare a scuola. Un bambino nasce con ottimismo, si sveglia la mattina e pensa che il mondo intorno a lui realizzerà delle cose belle. A questa onestà dei bambini va corrisposta l’onestà degli adulti».

Una parola chiave: conoscere

La povertà è un fenomeno complesso e multidimensionale, che non si può affrontare da soli. QuBì ha iniziato il suo lavoro analizzando i dati: su 21 mila famiglie, 19.730 avevano chiesto e ottenuto un sostegno al reddito nel 2017. Come raggiungere le famiglie, i bambini e i ragazzi che non comparivano in quei dati? Come ha spiegato Monica Villa, vicedirettrice dell’Area Servizi alla Persona di Fondazione Cariplo, una volta individuate le aree più povere, sono state coinvolte le organizzazioni locali in modo tale da far emergere Reti di quartiere, di prossimità, formate da realtà molto diverse, che spesso non dialogavano tra loro: cooperative strutturate, associazioni di volontariato, parrocchie… Questo ha permesso di avere un quadro generale della situazione e delle capacità di risposta delle singole organizzazioni. A loro sono stati affiancati assistenti sociali di comunità, che hanno lavorato nei quartieri per cercare di costruire un ponte sempre più forte tra le risposte del terzo settore e quelle dell'amministrazione pubblica.

Contro la povertà alimentare...

Il contrasto alla povertà alimentare di bambini e adolescenti ha rappresentato una delle principali linee di azione del programma QuBì. In questi anni, il programma ha promosso e sostenuto diversi interventi facendo leva su quella parte di città che collabora e si attiva per dare risposte alle famiglie che faticano ad avere un’alimentazione adeguata per quantità e qualità. Sono state valorizzate tante esperienze già esistenti, rafforzandole e rinnovandole: grazie a Caritas Ambrosiana, sono stati attivati anche a Milano tre empori della solidarietà e si è dato sostegno a sei botteghe di quartiere; mentre con Banco Alimentare della Lombardia, è stato sperimentato il primo hub di quartiere, grazie al quale è stato possibile recuperare dai supermercati frutta e verdura e consegnarle alle associazioni e alle parrocchie che si occupano di preparare i pacchi per le famiglie.

... e la povertà educativa

Particolare attenzione è riservata anche alla povertà educativa, avversata attraverso varie iniziative come la realizzazione di biblioteche di quartiere o la raccolta di libri scolastici attraverso la grande distribuzione e le cartolerie locali. Come ha evidenziato Giovanni Azzone, presidente di Fondazione Cariplo: «Il cuore ci spingerebbe a lavorare sulla povertà alimentare quasi continuamente: il pensiero che ci siano dei bambini che non hanno la possibilità di avere due pasti al giorno ci porterebbe ad investire tutte le risorse in questo senso. Poi la ragione ci spinge a intervenire affinché questi bambini non abbiano lo stesso bisogno fra un anno, fra due anni. Quindi il contrasto alla povertà educativa è altrettanto importante. E QuBì, credo, abbia lavorato su questi due pilastri congiuntamente, in modo integrato. È una lezione che ci deve servire anche per il futuro».

I sostenitori di Fondazione Cariplo

L’Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano, Lamberto Bertolè, ritiene QuBì un modello per trasformare il sistema di welfare della città, in quanto le future sfide demografiche, sociali ed economiche, saranno molto difficili da affrontare. QuBì è stata in grado di superare la frammentazione caratteristica di Milano, di accompagnare le persone verso ciò di cui avevano bisogno e di unificare le risorse private e pubbliche in un budget di comunità. Sotto questo punto di vista, un ruolo importante lo hanno giocato anche Fondazione Peppino Vismara e Intesa Sanpaolo, che hanno sostenuto e continuano a sostenere Fondazione Cariplo nella speranza di vedere il programma QuBì trasformato in un progetto nazionale.

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