Tirano

Foro Boario, finalmente c’è il cantiere

Sfogo dell’ex sindaco Franco Spada che si era visto sequestrare il sito "ancora oggi senza una spiegazione logica".

Foro Boario, finalmente c’è il cantiere

“Oggi sono contento. Passavo per l’area Foro Boario di Tirano e ho notato che in silenzio, dopo 3 anni 7 mesi e 26 giorni dall’ancora per me incomprensibile sequestro dell’area da parte dei Carabinieri del Corpo forestale dello Stato di Sondrio, che non ha prodotto nessun reato e nessun reo, vedo che il disegno originario di questa area di Tirano sta iniziando a prendere forma e il palazzetto dello sport a crescere così come è già utilizzata dai ragazzi l’adiacente nuova area sportiva”. Questo il commento dell’ex sindaco di Tirano Franco Spada che si era visto sequestrare l’area di un progetto davvero importante per Tirano.

Costi

“In origine il costo del palazzetto finanziato dal MIUR era di 2,7 milioni ed invece il costo effettivo, di molto lievitato, sarà il danno prodotto da quanto successo che da parte mia non trova ancora oggi nessuna spiegazione logica e razionale. Chi come me ha fatto il sindaco per 10 anni con passione e dedizione, ha la sana presunzione, con il proprio operato di poter cambiare in meglio la vita delle persone che rappresenta. Se poi a questo si unisce la formazione universitaria di architetto al Politecnico di Milano, a tale presunzione si somma anche una certa “arroganza” a volte chiamata consapevolezza circa l’importanza, prima di partire con qualsiasi idea, dell’analisi del contesto generale che è preliminare poi alla pianificazione di una azione complessa di rigenerazione urbana che trova poi il suo sviluppo in tante opere coordinate”.

Critica

Poi però una critica al Comune: “Mi è spiaciuto, per contro, vedere per scelta della nuova amministrazione, la sospensione di un appalto già finanziato e aggiudicato ed il conseguente cambiamento del passaggio ciclabile del Sentiero Valtellina in zona Cartiera, in chiave conservatrice, che nell’ottica del disegno complessivo dell’intera area, che avevo condiviso, al posto di connettere il quartiere ne aumenta a mio avviso l’isolamento (ferrovia+ciclabile da un lato, fiume dall’altro) e creerà problemi di commistione tra traffico ciclabile, autobus, auto, autoarticolati di difficile soluzione. Spero di avere torto, ma il futuro vedrà da che parte sarà la ragione. Come grandi riserve ho sull’intervento di via Mazzini – trasformare un viale alberato che traguardava e valorizzava l’edificio liberty della stazione di Tirano in uno slargo non chiuso da edifici sul lato Est mi pare un intervento che in questo caso è radicale ma a mio avviso non analizza il contesto generale urbanistico nel quale si inserisce e si scontrerà con il fatto che il viale Italia dalla primavera 2026 non sarà più quello al quale eravamo abituati”.