Teglio

Gestione della Val Belviso, raccolte 100 firme

Il promotore Gianmaria Grassi, supportato dal gruppo di minoranza a Teglio Comune di Tutti, è soddisfatto.

Gestione della Val Belviso, raccolte 100 firme
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E’ arrivata a 100 firme la petizione promossa e subito consegnata in Comune di Teglio da un gruppo di cittadini e cacciatori contro la gestione della riserva Val Belviso Brbellino. Gianmaria Grassi, promotore supportato dal gruppo di minoranza a Teglio Comune di Tutti, è soddisfatto. "Abbiamo consegnato - ci ha detto - la petizione in Comune e aspettiamo una risposta dall’amministrazione comunale. Le nostre istanze sono sentite non solo dai cacciatori ma anche da tanti residenti, speriamo di essere ascoltati". Ma facciamo un passo indietro. Si tratta di una raccolta firme "per restituire la Val Belviso ai tellini". Avevamo parlato tempo fa dei problemi della riserva Val Belviso Barbellino, e dopo un gruppo di cittadini e cacciatori di Teglio si è fatto avanti, sostenuto come detto dalla minoranza Comune di Tutti, con una petizione aperta indirizzata al sindaco.

La lettera

Ecco il testo:

"Egregio signor Elio Moretti, con questa nostra, chiediamo a lei, in qualità di presidente della Provincia, e sindaco di Teglio, la revoca del contratto del 24 dicembre 2015 e registrato il 12 gennaio 2016, con l’Azienda Faunistica Venatoria Val Belviso perché non sussistono più le condizioni pattuite. Lei è a conoscenza che sono stati sollevati dal loro incarico dei dipendenti e non sono stati sostituiti secondo gli accordi. Abbiamo notato che ultimamente, è stato aperto un bando per nuove assunzioni, noi crediamo che sia tardi per intervenire, sicuramente qualcuno ha fiutato il pericolo e ha tentato furbescamente di chiudere la porta! Oltre a questo problema a nostro avviso ne spunta un altro, non meno grave. Tutti sanno che in base alle attuali leggi, i beni pubblici non possono essere commercializzati, si può usufruirne a determinate condizioni. Quindi vogliamo ricordarle che il patrimonio faunistico, fa parte di questi beni. Siamo coscienti che quando è stato stipulato il primo contratto, la situazione politica non era neanche paragonabile al momento attuale. Una domanda ce la siamo posta: come mai nessuno è intervenuto prima? Qualcuno di noi aveva già provato a sollevare il problema e la risposta avuta fu ‘è una cosa di vecchia data e non si tocca’. Ecco perché i tempi sono maturi, i cacciatori sono confinati da oltre trent’anni a cacciare nel proprio orticello, va bene, però un divieto deve essere per tutti, diversamente sono privilegi per pochi, anche se qualcuno dice acquisiti, sempre privilegi rimangono".

Uguaglianza

"Noi rivendichiamo il diritto all’uguaglianza, vogliamo che tutti indistintamente presentando i requisiti richiesti abbiano le stesse opportunità. Per questo chiediamo la revoca del contratto sopra citato. Riguardo ai contraenti, persone che noi stimiamo e rispettiamo, che nel nostro modo di rispetto definivamo signori, si comportino come tali, e facciano un passo di lato e accettino di buon grado questa proposta. Purtroppo o per fortuna a questo mondo non tutto è monetizzabile. Come già detto noi siamo onorati di averli come ospiti anche in futuro per godere dei bei paesaggi e della nostra gastronomia. Sicuramente nella stipulazione del contratto, non è stata commessa nessuna illegalità, però noi troviamo tanta superficialità, nessun approfondimento, tradotto, nessun rispetto per la popolazione, possibile che in tutti questi anni a nessuno sia sorto qualche dubbio sulla fattibilità di questa operazione?".

Richiesta

Infine la richiesta:

"Detto ciò, noi auspichiamo una collaborazione incondizionata da parte del Comune e dei contraenti, vorremmo evitare inutili e costose lungaggini burocratiche, i soliti scarica barile che portano a niente, fanno male a tutti. Noi siamo disposti al dialogo, ma non vogliamo compromessi, andiamo fino in fondo, perché riteniamo questa operazione un diritto dei cittadini. Una volta restituito il territorio dai vari vincoli, può soddisfare parecchi interessi, da discutere e concordare con i vari enti preposti e naturalmente la popolazione". E in particolare gestione della caccia con la provincia, creando zone di ripopolamento, di osservazione didattica della fauna e zone di prelievo venatorio; con il Cai sistemazione dei sentieri segnaletica, valorizzare la via delle Orobie ecc; con il Comune o altri, erigere dei bivacchi, un rifugio gestito per accogliere escursionisti, famiglie, alpinisti, punto mountain bike, molto in voga ovvero creare servizi e posti di lavoro per far conoscere queste belle montagne, lavorando in sinergia anche con i Comuni limitrofi.

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