Ghiacciai lombardi: nel 2024 riduzione meno marcata, ma la crisi climatica persiste
Nonostante un rallentamento nella perdita di massa glaciale nel 2024, i ghiacciai della Lombardia continuano a ridursi, evidenziando l'urgenza di affrontare il cambiamento climatico.

Nel 2024, i ghiacciai lombardi hanno registrato una riduzione di massa inferiore rispetto agli anni precedenti, segnando un anno meno negativo per il glacialismo alpino. Secondo i dati di ARPA Lombardia, le abbondanti precipitazioni invernali e primaverili non sono state sufficienti a compensare le elevate temperature estive, risultando in modeste perdite di massa glaciale. Fortunatamente, le prime nevicate autunnali di fine settembre hanno contribuito a interrompere questo trend negativo.
La situazione
In particolare, nelle aree dei settori Retici, sono state rilevate riduzioni di spessore medie di 1,8 metri a un'altitudine di 3000 metri, accompagnate da moderate variazioni negative delle fronti glaciali. Questi dati sottolineano la tendenza attuale di contrazione e arretramento delle lingue glaciali, ormai sempre più assottigliate e situate a quote progressivamente più elevate.
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Nonostante il rallentamento nella perdita di massa glaciale nel 2024, la situazione rimane critica. Negli ultimi decenni, la Lombardia ha visto una drastica riduzione della superficie dei ghiacciai, passando da 118 km² nel 1990 a 73 km² nel 2019, con una diminuzione del 38%. Le previsioni indicano che la perdita di ghiaccio potrebbe superare il 40% nei prossimi aggiornamenti.
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Il ghiacciaio dei Forni, situato nel Parco Nazionale dello Stelvio, ha subito tassi di fusione compresi tra 4 e 8 cm al giorno durante l'estate, mentre il ghiacciaio dell'Adamello, il più esteso d'Italia, è particolarmente vulnerabile a causa della sua altitudine relativamente bassa, con la parte più alta a 3400 metri, insufficiente per garantire la conservazione della neve.
Gaeta
Il ghiacciaio Fellaria, in Valmalenco, ha perso il 46% della sua superficie dal 1850 ad oggi. Tra il 2022 e il 2023, la sua porzione più bassa ha registrato una perdita annuale tra i 5 e gli 8 metri di spessore, mentre il grande lago proglaciale, formatosi dopo il 2003, ha raggiunto un'estensione di 222.000 metri quadrati, pari a 30 campi da calcio.