Sondrio

I 100 anni di Albina Morelli, festeggiata da famiglia e sindaco

Nata a Ligari nel 1924, dopo una vita di impegno nella famiglia e nel lavoro ha raggiunto l'invidiabile traguardo

I 100 anni di Albina Morelli, festeggiata da famiglia e sindaco
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Cento anni e qualche giorno per Albina Morelli, nata a Ligari il 2 maggio del 1924, ma registrata il 6, quando i genitori erano riusciti a raggiungere Sondrio, com'era in uso a quei tempi, che nel giorno che compare sulla sua carta d'identità è stata festeggiata alla Casa di riposo del capoluogo attorniata dai figli. Era presente anche il sindaco Marco Scaramellini che le ha consegnato la lettera con il messaggio di auguri e l'attestato.

«È un piacere per me incontrarla in questa giornata speciale - le ha detto -. A nome della città mi complimento per questo traguardo che ha raggiunto in buona salute dopo una vita di impegno nella famiglia e nel lavoro».

I 100 anni di Albina Morelli, festeggiata da famiglia e sindaco

Circondata dai suoi tre figli, Nella, Vilma e Corrado, Albina Morelli ha ascoltato con emozione il racconto della sua vita contenuto nello scritto letto dalla sua primogenita: è emersa la figura di una donna tenace che non si è arresa davanti alle difficoltà. La prematura vedovanza, a 44 anni, per la morte del marito Giuseppe Moroni, con due figli ancora a carico, i problemi di salute, con l'asportazione di un rene nel 1960, l'hanno segnata ma non le hanno tolto il sorriso e la determinazione. Quinta di sette fratelli, finita la quarta elementare, a dieci anni, aveva iniziato a lavorare come babysitter e a 13 era andata a servizio da una famiglia di Sondrio per pagare le medicine del padre tornato dall'Africa con la tubercolosi. Qualche anno più tardi aveva preso il posto lasciato libero dalla sorella al Fossati per rimanervi fino all'età della pensione. Nel frattempo aveva fatto visita alla famiglia di origine in Argentina dove, nel 1950, si erano trasferiti i genitori per ricongiungersi ai figli maschi emigrati.

Albina non si è mai fermata, nemmeno dopo la pensione, continuando a lavorare fuori casa e per essere d'aiuto ai figli. Ha coltivato l'orto e cresciuto i suoi sei nipoti spostandosi a Padova, dove la figlia maggiore nel frattempo si era trasferita, per darle una mano anche con i pronipoti. Una lettera piena di amore e di riconoscenza, a ripercorrere un secolo di vita, che si conclude con gli auguri dei figli: «Buon compleanno mamma, sei stata un esempio per tutti noi. Grazie per quanto ci hai donato in valori, stile di vita e ricette della tua Valtellina».

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