Tirano

I giovani a Mauthausen per non scordare

Viaggio con il Treno della Memoria degli studenti del Pinchetti.. Pubblichiamo un resoconto del professor Evangelisti.

I giovani a Mauthausen per non scordare
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo un contributo del professor Simone Evangelisti sul viaggio con il Treno della Memoria degli studenti del Pinchetti di Tirano. Per la Cgil erano presenti Giorgio Nana e Leonardo Puleri, per la Cisl Dario Caelli e alcuni insegnanti.

Resoconto

"Il viaggio a Mauthausen delle classi terminali del professionale svoltosi tra il 24 e il 27 di marzo è l’esito finale di un percorso che ha portato le studentesse e gli studenti dell’Istituto superiore Pinchetti a conoscere le storie attorno alla persecuzione nazista: Linz, in Austria, è stata la prima tappa con più di 500 studenti da tutte le scuole della Lombardia che si sono alternati nella visita dei vari luoghi della memoria. A Mauthausen, campo di concentramento di terza classe, il più duro, il luogo “parla” di lavoro coatto di italiani costretti a portare pietre di granito che, con il loro peso, tolgono la vita ai lavoratori che salgono quella che tutti chiamano “la scala della morte”. Il luogo “parla” di soldati russi e polacchi sterminati dai nazisti; muoiono a migliaia colpevoli solo in ragione della loro nazionalità, ostile al Reich, per fatica, per le botte con i manganelli, oppure con un proiettile per uno sguardo di sfida. Parla di rom e sinti umiliati, derisi e uccisi, gruppi di persone che ancora oggi sono esiliati dal disprezzo dei molti, forse dei più. Parla degli adulti e dei bambini ebrei mandati a morire nelle camere a gas “colpevoli solo di essere nati” (Liliana Segre). Come storico mi tocca l’ingrato compito di mettermi contro questo vento feroce di dolore e spiegare, analizzare e guidare. No, non dare un senso. Questo è troppo, questo è impossibile".

Harteim

Ancora Evangelisti: "Al castello di Harteim ci mettiamo a cercare i nomi e i volti dei disabili annullati e cancellati nelle camere della morte dai medici del progetto T4, per ragioni razziali. Poi ci trasferiamo a Gusen, per fare ricordo del valtellinese Guarino Lorenzoni che subì prima le torture dei militi fascisti in Valle, perché partigiano, e poi quelle dei nazisti. Lo salvò solo la sapienza delle mani, la capacità di essere utile alla macchina di distruzione, costruendo tunnel per l’industria della guerra. Gli studenti sono lì davanti ai forni crematori aperti; ma poi le loro parole investono il silenzio con domande precise e riflessioni. Alla fine ci fermiamo a ricordare il tiranese Bruno Merlo, soldato italiano, morto a Gusen, dopo la liberazione del campo e seppellito in un piccolo cimitero locale. Il viaggio intitolato il Treno della Memoria è stato possibile grazie all’impegno e al generoso contributo dei sindacati confederali nella consapevolezza che il valore della libertà e del lavoro libero siano due punti centrali ancora oggi da rivendicare".

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