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Il lupo non è più specie strettamente protetta: “Giornata storica per allevatori e pastori"

Giacomo Zamperini, Consigliere Regionale lombardo, Presidente della Commissione Montagna e Coordinatore del Gruppo di Lavoro “grandi carnivori”, ha espresso soddisfazione per la decisione del Comitato Permanente della Convenzione di Berna

Il lupo non è più specie strettamente protetta: “Giornata storica per allevatori e pastori"
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Il Comitato Permanente della Convenzione di Berna, sotto l’egida del Consiglio d’Europa, ha accolto una proposta avanzata dall’Unione Europea per modificare lo status di protezione del lupo. La specie passerà da “strettamente protetta” a “protetta” nel quadro normativo della Convenzione. La nuova classificazione entrerà in vigore tra tre mesi, a meno che almeno 17 dei 49 Stati firmatari non presentino obiezioni formali.

La reazione di Regione Lombardia

Giacomo Zamperini, Consigliere Regionale lombardo, Presidente della Commissione Montagna e Coordinatore del Gruppo di Lavoro “grandi carnivori”, ha espresso soddisfazione per questa decisione, definendola una “giornata storica” per allevatori e pastori.

“Ora non ci sono più scuse né tempo da perdere”, ha dichiarato Zamperini, sottolineando l’urgenza di adeguare le normative per migliorare il controllo della specie. “Servono regole chiare e certe per avviare un piano di contenimento in Italia come in Lombardia, con un necessario monitoraggio.”

Secondo il Consigliere, i numeri confermano che il lupo non è più una specie a rischio di estinzione, bensì in forte espansione, tanto da costituire un potenziale pericolo per l’uomo, specialmente in aree montane e rurali.

Zamperini ha aggiunto che la decisione del Comitato Permanente rappresenta un punto di svolta nella gestione della convivenza tra uomo e fauna selvatica:

“È stato ripristinato l’ordine naturale delle cose, sfatando un tabù che dipingeva i lupi come animali intoccabili. Non sono i grandi carnivori a dover essere salvaguardati nelle zone antropizzate, ma le attività e la presenza dell’uomo.”

L’appello del Consigliere si concentra sulla necessità di tutelare le attività agricole e pastorali, ritenute vitali per il tessuto economico e sociale delle zone interne, che rischiano di scomparire se non adeguatamente protette.

Implicazioni

Il declassamento dello status di protezione del lupo apre nuovi scenari normativi in Europa e in Italia. Sarà ora compito delle autorità regionali e nazionali tradurre questa decisione in misure operative, conciliando la salvaguardia della biodiversità con la sicurezza e la sostenibilità delle attività umane nei territori interessati.

Il commento di Snider

“Bene la votazione di questa mattina alla Convenzione di Berna circa il problema del lupo, una specie selvatica che sta diventando sempre più infestante, pericolosa e deleteria sia per gli allevatori che per i turisti. Oggi hanno espresso voto favorevole ben 27 Paesi d’Europa, cui si sono aggiunti Lichtenstein, Andorra, Svizzera, Norvegia, Macedonia, Serbia, Armenia, Islanda e Ucraina. In totale, i voti favorevoli al declassamento del lupo sono stati 38, contro i 5 di Gran Bretagna, Monaco, Montenegro, Bosnia-Erzegovina e Albania. Due i Paesi astenuti, Tunisia e Turchia. La proposta è stata dunque approvata a larghissima maggioranza”. Così il consigliere regionale lombardo della Lega Silvana Snider commenta la votazione alla Convenzione di Berna che declassa il lupo. E aggiunge: “Si tratta di un tema che mi ha sempre visto in prima fila in Consiglio regionale, facendomi portavoce dei disagi delle aziende agricole montane, volendo tutelare i nostri boschi e le nostre valli, ove questi animali si rendono sempre più spesso protagonisti di stragi di bestiame e di aggressioni all’uomo. Al riguardo ho condotto un lungo lavoro a Palazzo Pirelli, presentando in Consiglio regionale una mozione per individuare gli strumenti più adeguati a una migliore gestione del proliferare del lupo, collaborando con gli allevatori di montagna in modo da giungere ad una strategia unitaria e condivisa con tutti gli interessati a livello locale, regionale, nazionale ed europeo”.

“Il voto di questa mattina”, prosegue il consigliere leghista, “dimostra che, come Lega, una volta di più avevamo visto giusto, volendo salvaguardare consuetudini secolari come il pascolo e l’allevamento in alpeggio che rischiavano di scomparire in queste zone a rischio, con il conseguente spopolamento delle valli alpine della Lombardia. Quello del lupo è un problema che va affrontato senza se e senza ma, evitando di cedere alle illusioni di un discutibile animalismo”. “Il lavoro è ancora lungo ma la Lega continuerà a sostenere le istanze dei territori per arrivare ad una revisione delle leggi che compromettono la permanenza degli allevatori in montagna”, conclude Snider.

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