Inaugurata la capanna Dosdè, ora è un simbolo dell’unione tra le valli e la gente della montagna
Artefici della ristrutturazione, durata da agosto a oggi, Amaro Braulio, Cai di Bormio e Cai Valfurva.
Evento imperdibile in alta quota, l’inaugurazione del bivacco Dosdè, 2824 metri di proprietà del Cai di Bormio, in alta Val Viola, Comune di Valdidentro, che si collega con la Val Grosina. 14 posti letto, pannello solare per luce ed energia, si trova in una zona morfologicamente ostica, contraddistinta da una interminabile morena glaciale in dirittura di arrivo, sei ore di cammino dal parcheggio di Altumeira. Artefici, Amaro Braulio, che dal 2014 ha un accordo con Campari, Cai di Bormio guidato da Matteo Schena e Valfurva, presente Luciano Bertolina. 50 mila euro per rifare il sentiero, percorribile da un mezzo meccanico, e ristrutturare la capanna; lavori iniziati il 7 agosto e terminati il 10 ottobre. Tempi rapidi. Soddisfatto l’architetto Giovanni Bradanini, che lo definisce "un progetto romantico, una bella avventura; l’intento è stato quello di riportare alla luce splendore e funzionalità di un bivacco storico per il Cai Bormio, un po’ dimenticato dalle istituzioni". Francesco Tarantola Peloni, amministratore della Braulio, a nome della famiglia, storicamente appassionata di montagna, dice "è un grande onore fare un dono alla comunità di Bormio e valli; la storia della mia famiglia inizia nel 1826 con Giuseppe Peloni che apre la farmacia; nel 1875, viene creato l’amaro Braulio in farmacia; si susseguono Francesco, Attilio, Egidio mio padre e oggi noi fratelli".
Riciputi
Al suo fianco, Ludovica Riciputi, global marketing manager di Braulio. "Siamo emozionati; è un progetto su cui insieme al Cai abbiamo lavorato due anni, perchè Braulio voleva fare un omaggio alla sua terra, donando qualcosa in cambio dell’orgoglio sempre mostrato, non solo dai bormini, nell’apprezzare una storia di famiglia, di passione tramandata, di autenticità e impegno. Il valore del tempo, filosofia montana, di cui Braulio è ambasciatore, è il filo conduttore della storia che capanna Dosdè vuole raccontare. Si legge sulla parete: ‘tutto ciò che è indimenticabile, richiede del tempo’; è ambizione di Braulio portare nella vita di tutti il concetto che solo prendendo la strada più lunga e facendo fatica, si raggiunge una meta diversa e di soddisfazione, come i 15 anni che ci vogliono per le nostre botti". Così il sindaco Silvia Cavazzi. "Un intervento che ha valore significativo di unione fra popoli e Braulio è uno dei simboli storici della nostra tradizione". Ancora Schena. "La capanna è stata edificata nel 1890 dal Cai Milano, voluta da Antonio Cederna; nel 1982 è acquisita dalla sezione Bormio; da allora si è fatto poco, questa per noi è un’occasione per dare valore a un servizio cui teniamo".