Ivan Basso si allena con la squadra in Valle
Dal ritiro della sua Polti-Kometa il campione varesino esalta le nostre montagne.
Quando si pensa alla carriera di Ivan Basso, Bormio ed ognuna delle mitiche salite che la circondano raccontano un pezzo di storia della parabola agonistica dell’ex campione varesino. Chiusa la sua carriera da professionista, Basso ora è Team Manager della Polti-Kometa, una squadra giovane e ambiziosa sostenuta da Kometa e quindi dalla famiglia Pedranzini, originaria di Bormio e che proprio nel centro più importante dell’Alta Valtellina ha iniziato la sua storia aziendale. Sono tante le ragioni che hanno portato a scegliere ancora una volta Bormio come sede del ritiro estivo della squadra italiana, tenutosi dal 2 al 9 luglio 2024. Un raduno che va ben oltre l’aspetto sportivo, come ha tenuto a sottolineare Ivan Basso. "Bormio per me significa ‘casa’. Le mie origini e quelle di Kometa sono in Valtellina. Inoltre, queste strade hanno significato molto anche nella mia vita di corridore: nel 2005 sullo Stelvio ho perso un Giro d’Italia, ma nel 2006 ho vinto una bellissima tappa in maglia rosa attaccando sul Mortirolo e nel 2010, di nuovo sul Mortirolo, ho posto le basi per vincere il mio secondo Giro. Da quando sono diventato Team Manager della Polti-Kometa, a Bormio ci lega inoltre questo ritiro, diventato un appuntamento fisso della nostra stagione. È anche un momento di aggregazione che ci consente di stare assieme, fare gruppo e mettere le basi per i prossimi obiettivi".
Ritiro
Non solo. "Il nostro è un ritiro in montagna, non uno stage in altura vero e proprio. I percorsi, le temperature miti, ci aiutano a lavorare bene. Terminato il ritiro, qualche atleta proseguirà la preparazione in altura, altri saranno impegnati nelle gare. Allenarsi su salite come lo Stelvio, il Gavia, il Mortirolo, i Laghi di Cancano, vette mitiche che hanno fatto la storia del ciclismo, è fonte di ispirazione per i ragazzi più giovani, e consente loro di conoscere al meglio percorsi che prima o poi ritroveranno al Giro d’Italia. Qui i nostri ragazzi allenano anche i loro sogni". Tra i giovani più promettenti della squadra diretta da Ivan Basso c’è Davide Piganzoli, atleta originario di Morbegno che proprio al Giro d’Italia si è messo in luce chiudendo con un’incoraggiante tredicesima posizione alla sua prima partecipazione. "Piganzoli sta bene, ha recuperato dall’infortunio che ha condizionato il suo post-Giro e sta mettendo le basi per il suo finale di stagione", ha spiegato Basso. "Con il Tour de l’Avenir in mente? Non lo escludo, proprio in queste giornate stiamo facendo le opportune valutazioni sulla nostra seconda parte di stagione". Dall’alto della sua esperienza e dei due podi di Parigi conquistati in carriera, Basso si è soffermato anche sul Tour de France. "Tadej Pogačar ha dimostrato di essere il corridore che abbiamo ammirato al Giro d’Italia, però gli avversari del Tour de France hanno un altro tipo di palmares, da Vingegaard a Evenepoel e Roglic. Al momento sono tutti molto vicini: la partita è tutt’altro che chiusa. Pogačar è in maglia gialla ma per lui non sarà per niente facile vincere questo Tour de France". Gli italiani? "Possiamo attenderci qualcosa da Giulio Ciccone: ha trovato un’eccellente condizione nonostante il suo sofferto inizio di stagione. Premesso che Giulio non ha bisogno di suggerimenti, fossi in lui curerei la classifica anche perché a mio avviso non gli preclude il raggiungimento di altri obiettivi come una vittoria di tappa o la maglia a pois. Inoltre, al Tour de France non si esce di classifica volontariamente: sono la durezza e il livello della corsa a metterti fuori dai giochi".