Cerimonia

La Valfurva saluta don Mario Bagiolo

Comunità commossa all’ultima messa del parroco che è davvero entrato nel cuore di tutti i parrocchiani ma che viene trasferito.

La Valfurva saluta don Mario Bagiolo
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Sette intensi anni e poi l’addio. Don Mario Bagiolo guardava incredulo i bambini attorno, la folla in chiesa, a domandarsi come fare a staccarsi da questa comunità che sembrava chiedergli di restare con la sua numerosissima presenza. In prima fila, amministratori, sindaco Luca Bellotti con fascia tricolore, dietro, con le rispettive divise, i gruppi Protezione civile, Cai, gruppo folkloristico e museale, Confratelli. Il coro, mai così numeroso; da spalla, Li Osc, che, a cappella, hanno intonato l’Ave Maria e Silent Night in inglese. Don Bagiolo si è detto felice di avere scelto la domenica che celebra il battesimo di Gesù "un motivo in più per pensare al nostro percorso di battezzati per diventare fratelli; la vita deve essere vissuta da fratelli, non c’è altro modo. Tu, Valfurva, sei la mia figlia amata, non avrei mai voluto andarmene; è durata troppo poco, non sempre sono stato capace di dimostrare che in te mi sono compiaciuto, fino ad essere non più un duro Malenc ma un autentico Furic". E concitato, ha urtato un vaso di fiori, imbarazzato e ha sorriso coi bimbi per sdrammatizzare. Per la comunità è stato "guida e fratello, sostegno delle anime, energia nuova".

Sindaco

Così il primo cittadino. "Don Mario ci è stato vicino, una parola di conforto, un abbraccio; nel 2020, in pieno Covid, eravamo in piazza per trovare quella forza, che non era nè la mia nè la sua; le sue non erano prediche ma spunti di riflessione. Discutevamo, certo, ma sempre con rispetto e fondamentalmente per volersi bene; grazie di tutto, posso dirti ti voglio bene e che tutti quanti sono qui per dirti lo stesso". Don Mario ha detto: «Se vorrete testimoniare il bene che io sento forte da voi, accogliete chi arriverà, non avrò fallito". Così la comunità. "Il tuo trasferimento è motivo di disorientamento; ma tu ci hai trasmesso che Dio ci ama, sempre e comunque; che va coltivata l’attenzione ai fratelli e ai più deboli, custodite le relazioni attraverso gesti semplici. Ci stringiamo a te, il legame non si spezzerà". Non più un addio ma una festa. Tanti i doni, anche dai bambini. Un paio di sandali, un buono viaggio, un buono Caritas, un Dvd delle gite, zaino e racchette dal Cai.

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