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LC Sondrio Masegra e la Pet Therapy: quando anche in Valtellina?

Incontro con la D.ssa Elena Negrini, tra testimonianze, risultati concreti e l’appello a far crescere in Valtellina una pratica che restituisce dignità, emozioni e qualità di vita alle persone fragili.

LC Sondrio Masegra e la Pet Therapy: quando anche in Valtellina?

Prendersi cura della salute altrui significa molto più che alleviare un sintomo: significa mettersi accanto alla fragilità, riconoscerla, ascoltarla e cercare ogni strada possibile per restituire qualità di vita, dignità e sorriso. A volte questa strada passa attraverso terapie tradizionali, altre volte attraverso percorsi innovativi e profondamente umani, come la Pet Therapy, una disciplina che mette in relazione persone fragili e animali addestrati, creando ponti emotivi e comportamentali impossibili da ottenere con altri strumenti.

Giovedì 20, grazie alla sensibilità e all’impegno del Lions Club Sondrio Masegra, la D.ssa Elena Negrini ha presentato i risultati del suo lavoro nel campo della Pet Therapy, illustrando benefici concreti e sorprendenti. Un lavoro portato avanti con passione e puro volontariato, esempio limpido di quanto la dedizione personale possa trasformarsi in un servizio prezioso per la comunità.

I benefici: quando un animale diventa cura

Durante l’incontro, la D.ssa Negrini ha mostrato come l’interazione con gli animali migliori in modo significativo i comportamenti e le abilità relazionali di diverse categorie di persone fragili:

  • bambini e adulti affetti da autismo, che trovano negli animali un canale comunicativo diretto, privo di giudizio, stabile e rassicurante;
  • anziani con Alzheimer ospiti delle RSA, spesso intrappolati in un mondo che sfuma: la presenza di un animale può risvegliare ricordi, emozioni, sorrisi;
  • persone con disabilità nei centri riabilitativi, che attraverso il contatto con gli animali sperimentano motivazione, stimoli e partecipazione;
  • soggetti affetti da anoressia, per i quali la cura dell’animale favorisce un riavvicinamento graduale e sereno al concetto di nutrimento, recuperando un rapporto più sano con il cibo.

Risultati concreti, documentati, capaci di generare cambiamenti profondi e duraturi. Non stupisce che il pubblico presente abbia partecipato con entusiasmo e numerose domande: quando una terapia tocca la persona nella sua interezza, la curiosità cresce naturalmente.

Un grande valore… ma ancora poco riconosciuto in Valtellina

Nonostante la validità della Pet Therapy sia ormai ampiamente dimostrata, in Valtellina rimane una pratica quasi sconosciuta e poco applicata, principalmente per la mancanza di strutture adeguate e percorsi ufficiali.

La D.ssa Negrini svolge oggi la propria attività fuori provincia, dove alcune realtà hanno saputo investire in questa risorsa innovativa.

Questo però non deve essere letto come una sconfitta, bensì come un’opportunità: la Valtellina ha tutte le caratteristiche per diventare un territorio sensibile e attento, capace di valorizzare una terapia che si basa su valori autentici come:

  • empatia,
  • ascolto,
  • relazione,
  • responsabilità,
  • rispetto del ritmo dell’altro.

Un appello alle istituzioni e alla comunità

Introdurre stabilmente la Pet Therapy nel nostro territorio non richiede solo strutture, ma una visione condivisa. È necessario il coinvolgimento di:

  • istituzioni locali,
  • mondo sanitario e medico,
  • insegnanti ed educatori,
  • associazioni,
  • volontari,
  • amministratori.

Solo una collaborazione ampia può trasformare una buona idea in un servizio reale, stabile e accessibile alle persone fragili del nostro territorio.

Perché la Pet Therapy è molto più di una terapia

È un ponte.

Un linguaggio universale.

Un modo semplice e profondissimo per dire a chi è in difficoltà: “Non sei solo.”

Gli animali non curano in senso clinico, ma aprono strade. E chi lavora in questo ambito – come la D.ssa Elena Negrini – testimonia ogni giorno quanto sia prezioso impegnarsi per il benessere altrui.

Forse è arrivato il momento di chiedersi: quando anche in Valtellina?

La risposta dipenderà dalla nostra capacità collettiva di ascoltare, comprendere e scegliere il bene più autentico per chi è fragile.