Le Donne per la Pace oggi in piazza
Appuntamento alle 18 davanti alla stazione ferroviaria

Le Donne per la pace di Sondrio, che da 16 mesi ogni settimana testimoniano nelle piazze del capoluogo valtellinese il proprio impegno per la pace e l’opposizione alle guerre e alle retoriche dell’amico/nemico che sempre più stanno condizionando la convivenza civile, l’economia, la politica, le menti di noi tutti, aderiscono all’iniziativa "10,100,1000 piazze per la pace" promossa dalla rete nazionale Donne per la pace e per un futuro senza violenza.
Appuntamento in piazzale Bertacci, davanti alla stazione ferroviaria a Sondrio oggi, giovedì 26 giugno 2025, dalle ore 18, data in cui moltissimi gruppi di donne sul territorio nazionale si mobiliteranno ciascuno nel proprio contesto
Le Donne per la Pace oggi in piazza
"10, 100, 1000 piazze per la pace" è un’iniziativa che nasce da donne impegnate nei movimenti per la pace, il disarmo, la giustizia sociale, l’ambiente e attive in numerose città, paesi e territori italiani.
Spiegano i promotori: "Viviamo in un’epoca segnata da una drammatica escalation bellica: dalla distruzione sistematica della Palestina, dove l’offensiva militare su Gaza si configura come un vero e proprio futuricidio (Stéphanie Latte Abdallah), alla devastazione di vite e territori in Ucraina, dall’estensione della guerra all’Iran ai conflitti dimenticati in Sudan, Congo, Siria, Yemen, Myanmar e in molte altre aree del mondo, si delinea un quadro globale in cui la guerra si impone come norma e linguaggio dominante".
E ancora: "Questo contesto, fatto di violenza diffusa, impunità e disumanizzazione, richiede una risposta collettiva, visibile, radicale. La mobilitazione del 26 giugno nasce da qui: dalla necessità urgente di rifiutare la logica del dominio, la retorica dell’intervento armato e l’idea che la pace possa essere imposta con le armi. La guerra non è un’eccezione: è un dispositivo strutturale di potere, parte integrante di un sistema economico e politico che trae profitto dal disastro e dalla paura".
Quindi concludono: "Per questo denunciamo la militarizzazione crescente, l’espansione dell’industria bellica, la narrazione dominante che censura e distorce. E rilanciamo una politica capace di “ascoltare il dolore”, che non sacrifica le vite in nome della patria o della sicurezza ma sceglie la responsabilità, la giustizia, la convivenza.
Il 26 giugno saremo in piazza per aprire domande, per affermare che la pace non è un’utopia, ma una possibilità concreta. Una pratica da esercitare ogni giorno, a partire dai corpi, dalle parole, dall’esperienza delle donne come forza trasformativa."
a data del 26 giugno è stata scelta per rientrare nella settimana di mobilitazione europea indetta da Stop ReArm Europe.