Bormio

"Le Olimpiadi per creare altre possibilità"

Analisi dei dottorandi del dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico.

"Le Olimpiadi per creare altre possibilità"
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I dottorandi del dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, giovedì hanno illustrato lo studio sugli scenari che le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 possono aprire per l’Alta Valle. Il report finale raggruppa aree tematiche: tra queste, l’integrazione di sport, benessere e salute, che si chiama prevenzione primaria e secondaria (integrare lo sport dello sci col turismo sanitario, dove Morelli e Cittadella dello Sport di Sondalo possano giocare un ruolo importante) e nuove soluzioni di trasporto. Quale futuro per lo sci? "Aumentano le temperature, un rischio per le infrastrutture turistiche, un rischio idrogeologico; il turismo dello sci diventa dipendente dalle tecnologie di innevamento artificiale, che si combina con l’attuale crisi economica energetica mondiale, fortemente influenzata dall’aumento dei prezzi, che richiede una costruzione di grandi infrastrutture, bacini idrici, modellamento del suolo, impatto ambientale, misure di compensazione; problemi che produrranno difficoltà finanziarie endemiche, rendendo le stazioni sciistiche sempre più dipendenti da maggiori finanziamenti; l’aumento degli skipass riduce l’accesso ai turisti, trasformando lo sci in uno sport ancora più di nicchia, richiedendo maggiori sforzi finanziari per attirare la domanda turistica internazionale; dal punto di vista demografico, i nati tra anni ‘50 e ‘60, la parte più consistente del mercato dello sci, i cosiddetti boomers, presto smetteranno di sciare per anzianità. L’insostenibilità di una economia basata sullo sci, colpito da perdite rilevanti, è emersa dalla crisi sanitaria prodotta dal covid: si sono diffuse attività all’aperto alternative, e nuove culture".

Schena

Ha preso la parola Sergio Schena, Fondazione Milano - Cortina. "Le Olimpiadi 2026 saranno le prime con nuovi parametri: costeranno molto ma molto meno delle precedenti, ci sarà attenzione a legacy e sostenibilità; dobbiamo approfittare dell’innovazione, ragionando sul post Olimpiadi, che gireranno all’interno di 4 località, pronte, per non dover fare investimenti strutturali, dove usare quello che c’è: il 90 per cento degli impianti sono già presenti; è vero, i trasporti sono un problema, ma lavorare dentro il Comitato va molto oltre come visione". Ancora i dottorandi. "Le soluzioni in atto arrivano dal passato, sono scelte d’altri tempi; la sfida è scostarsi, non più capire un territorio con gli occhi delle auto, invece sempre al centro, ma promuovere il trasporto pubblico; aprire ad esempio la strada del passo Forcola in inverno solo al trasporto pubblico, con autobus panoramici per godersi il territorio, per collegare Livigno con Tirano, lasciando aperte corsie per pedoni e ciclisti, nell’ottica dello ‘slow travel’; autobus panoramici anche a Livigno e Bormio e sulla strada dello Stelvio; ripristinare l’autostazione Perego, ove aggregare servizi (anche una ciclostazione, o punto di affitto per auto elettriche); idem per il nuovo Ski Stadium di Bormio, l’infrastruttura olimpica più grande che si farà, ove fare arrivare direttamente da Tirano il visitatore sul bus. L’opportunità delle Olimpiadi serve per creare altre opportunità".

Infine Benedetto Abbiati, presidente della Società Economica Valtellinese, organizzatore dell’evento. "La preparazione, lo svolgimento, il lascito delle Olimpiadi, potrebbero diventare, se ben utilizzati, un grosso acceleratore in un percorso di sostenibilità dei territori".

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