Natale come momento di condivisione dei doni dell'amore, della fiducia e dell'amicizia
Nella Cattedrrale di Como la Santa Messa prresieduta dal Cardinale Oscar Cantoni.
Il 25 dicembre 2023 nella Cattedrale di Como si è celebrata la Santa Messa del giorno di Natale.
Santa Messa
La solenne cerimonia è stata presieduta dal Vescovo, il Cardinale Oscar Cantoni e l'evento che ha richiamato molti fedeli creando un'atmosfera di comunione e gioia.
Il Cardinale Cantoni ha guidato i presenti in una riflessione profonda sul significato del Natale, evidenziando il mistero della fede cristiana che celebra l'incarnazione di Dio nel corpo umano di Gesù Cristo. Nella sua omelia, il Vescovo ha sottolineato come il Natale non sia solo un evento storico, ma un incontro vivo con la presenza divina che si fa tangibile nella fragilità di un bambino.
Il messaggio centrale è stato l'amore come grande vocazione, derivante dalla consapevolezza di essere figli amati da Dio. In un contesto mondiale segnato da tensioni, il Cardinale ha esortato alla responsabilità individuale e alla promozione di valori come amore, fiducia e amicizia per contrastare le ombre del male. Le settimane di Avvento sono state vissute come un periodo di liberazione dalle ombre interiori e di promozione del bene. Il Natale è stato descritto come un momento di condivisione dei doni dell'amore, della fiducia e dell'amicizia, portando speranza e serenità nel nuovo anno.
L'omelia
Riportiamo di seguito il testo completo dell'omelia di quest'oggi.
Il nostro amato Dio oggi si è fatto visibile in una persona umana, in un tenero e fragile volto di un bambino.
Il Verbo di Dio si è fatto carne nella persona viva di Gesù, nel suo corpo, nei suoi atti e nelle sue parole, indirizzate alla sua famiglia, agli amici, ai discepoli e perfino a chi gli era avverso.
In questo modo Dio padre, nel Natale del suo figlio, è diventato visibile, come ci ha riferito il vangelo di Giovanni.Il cristianesimo, dunque, non è un sistema filosofico, un generico insieme di valori, ma l'incontro gioioso nella fede tra persone viventi: Dio fattosi uomo, che fa il primo passo verso i suoi amati figli e incontra volti precisi, dentro una storia particolare, persone che si sentono al centro delle attenzioni e delle sue premure, amate come se fossero unici.
A Natale abbiamo la felice opportunità di renderci conto di quale dono il Signore Gesù ci abbia recato venendo sulla terra tra noi. Egli ci ha rivelato Dio, il suo volto di amore infinito, ma insieme, ci ha mostrato pure il volto dell'uomo e della donna, creati a sua immagine, capaci quindi di vero amore.
È l’amore la grande vocazione che ci viene attribuita, quella che ci riveste di una dignità inestimabile, proprio perché figli amati. E se figli anche fratelli e sorelle tra noi, un onore e un compito di altissima responsabilità, di cui fare memoria (e non solo a Natale!).
Noi abbiamo quindi la possibilità di fare continua esperienza del volto amorevole di Dio. Attraverso altri esseri umani, che ci amano, si prendono cura di noi e ci donano la consapevolezza di essere teneramente avvolti dalla misericordia di Dio padre.
Anche noi, a nostra volta, siamo chiamati a diventare volto tenero e provvidente di Dio per gli altri, nella misura in cui ci sentiamo responsabili, a partire da quanti sono vicini ogni giorno, affidati alle nostre cure. Un compito che ci responsabilizza e ci promuove, proprio come persone adulte e mature.
Perciò, in questo tempo così drammatico, con le notizie delle guerre in atto in varie parti del mondo, con gesti di inaudita violenza, ci sentiamo turbati e profondamente scossi.
Non possiamo tuttavia scaricare sugli altri le nostre personali responsabilità e i limiti che noi stessi avvertiamo. Ci assale un vero senso di amarezza ogni volta che nel nostro personale microcosmo promoviamo semi di aggressività, accettiamo l’individualismo e coltiviamo un generico disimpegno, che sommati al male comune, acutizzano la situazione generale, generando solo tristezza e vuoto.
In queste settimane di Avvento abbiamo invocato dal Signore Gesù che la sua venuta ci possa liberare dall'ombra di morte, cioè dalla prigionia del male che è in noi, ma anche che la presenza del Signore promuova lo sviluppo del bene nella sua pienezza, il primato assoluto dell’amore, della fiducia e della amicizia.
Sono i doni che oggi riceviamo in abbondanza dal Signore Gesù e che ci scambiamo volentieri tra noi!