na grande esperienza di fede, preghiera e comunione ha segnato il pellegrinaggio giubilare della Diocesi di Como, che domenica 21 settembre ha visto 1270 fedeli attraversare la Porta Santa della Basilica di San Pietro, accompagnati dal vescovo cardinale Oscar Cantoni.
Il momento culminante del cammino è stato la celebrazione eucaristica nella Basilica Vaticana, presieduta dal cardinale Mauro Gambetti, arciprete di San Pietro, e concelebrata da numerosi presuli tra cui il cardinale Roberto Repole, vescovo di Torino-Susa. Con il cardinale Cantoni hanno concelebrato anche i 54 sacerdoti della diocesi comense; al loro fianco i diaconi transeunti ordinati a Como appena una settimana fa e i seminaristi del Seminario vescovile, impegnati nel servizio liturgico.
«Il nostro pellegrinaggio è stato un momento di intensa preghiera e di grande comunione, non solo tra noi presenti, ma anche con quanti non hanno potuto partecipare», ha sottolineato il cardinale Cantoni, invitando tutti a vivere l’esperienza come segno di rinnovamento spirituale e di conversione.
Durante il viaggio di rientro, il vicario generale monsignor Ivan Salvadori ha inviato un messaggio ai pellegrini, ricordando come i momenti di preghiera vissuti a Roma e ad Orvieto abbiano rafforzato la speranza e il senso di comunità: «Abbiamo toccato con mano che il Risorto cammina con noi ogni giorno. Vi auguro di tornare trasformati interiormente e di custodire nel cuore la gioia che abbiamo incontrato».
Al termine della celebrazione non sono mancati i ringraziamenti per l’organizzazione del pellegrinaggio: dal delegato diocesano per il Giubileo, don Cesare Bianchi, al Servizio Pellegrinaggi e all’Ufficio liturgico, fino ai tanti volontari che hanno garantito la buona riuscita dell’esperienza. «Se il pellegrinaggio è stato positivo, lo dobbiamo all’impegno e alla disponibilità di ciascuno», ha commentato don Bianchi.
Anche papa Leone XIV, al termine della preghiera dell’Angelus, ha salutato i fedeli comaschi, incoraggiandoli a proseguire nel loro cammino di fede come testimoni di speranza.
Per tutti i partecipanti, resta il ricordo di giornate intense e significative, vissute nella dimensione di Chiesa universale e con lo sguardo aperto al mondo.