Valfurva

Polemica sul Museo della Grande Guerra

La minoranza attacca l’aumento dei costi del progetto Ersaf sposato dall’amministrazione insieme a Bormio, Valdisotto e Valdidentro.

Polemica sul Museo della Grande Guerra
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Fa discutere i cittadini di Bormio e anche il consiglio comunale furvese, l’atto integrativo all’accordo di programmazione negoziata di interesse regionale alla realizzazione (in capo ad Ersaf direzione del Parco Nazionale dello Stelvio, che vi metterà gli uffici) del Museo della Grande Guerra, promosso dalla Comunità montana nel 2019, sito nell’ex Caserma Pedranzini a Bormio, da ristrutturare e adeguare, di proprietà anche dei Comuni di Valdisotto, Valdidentro, Valfurva, dove è prevista collocazione di reperti bellici e del baraccamento austroungarico con suppellettili, attrezzi e oggetti di vita quotidiana dei soldati, equipaggiamenti militari, recentemente rinvenuto sopra al passo Stelvio, territorio di Bormio. Il costo era previsto in 2,6 milioni di euro, di cui 1,6 da Regione Lombardia, 400 mila euro di risorse europee, 508 mila da Comuni Confinanti. Daniele Tenci, vicesindaco, illustra integrazioni e modifiche giunte da Sovrintendenza, con necessità di realizzare per 900 mila euro anche una centrale termica, a servizio di Museo e palazzo ex Ginnasio, sede di archivi storici; 800 mila euro arriveranno da risorse regionali, 100 mila, dai Comuni (25 mila euro ciascuno). Per non parlare di 930 mila euro in più per allestimenti. Il quadro economico sale a 4,4 milioni di euro.

Minoranza

Edoardo Dei Cas, per conto della minoranza, astenuta sul voto, avanza perplessità. "Sul territorio Alta Valle esiste il Forte di Oga, recentemente potenziato; si parla di investimenti importanti di fondi pubblici, si pensa a fare doppioni, speriamo si contempli la linea del Fronte, trascurata; finora siamo stati a guardare, quando abbiamo un museo a cielo aperto da volorizzare". Costi lievitati a 5,7 milioni di euro (da 3,6) anche del progetto di demolizione e ricostruzione del rifugio Casati, a carico di Ersaf, in accordo con Club alpino di Milano (proprietario, gestore per 30 anni a fronte di 20 mila euro l’anno al Comune che ha fornito le aree, e di manutenzione). Gianfranco Saruggia, capogruppo opposizione: "Il rifugio è storia, scuola sci, risorsa turistica; oggi è chiuso, non si sa quando riaprirà, importante è che la Commissione vigili su progetto e tempistiche: è una mancanza importante, dobbiamo mantenerla".

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