Bormio

Sarah Palfrader, impresa commovente

Concluso l’Everesting (6 volte in bici sullo Stelvio nell’arco di 19 ore): l’atleta ha aiutato il reparto di Medicina Nucleare di Sondrio.

Sarah Palfrader, impresa commovente
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Per rendere l’idea dell’impresa fantastica ed eccezionale di Sarah Palfrader bisogna considerare tre diversi aspetti: la scalata, ardua e faticosa (oltre 9100 metri di dislivello, per raggiungere e superare la quota dell’Everest di 8848 mt); la raccolta fondi, che ha già oltrepassato gli 8800 euro; la capacità di coinvolgere un insieme di persone e condividere un progetto con l’intera comunità, al di fuori di ogni campanilismo. Ebbene, Sarah è riuscita in tutte e tre i propositi e con una risposta al di là di ogni più rosea aspettativa: gente comune che si è radunata intorno a lei armata solo dalla buona volontà e dalla convinzione che "a fare del bene non si sbaglia mai", che è lo slogan fatto su misura per questa iniziativa.

Everesting

Partita in modo molto "casereccio" e cresciuta sino a diventare un vero e proprio evento alla portata di tutti. Sarah, tra l’altro, ha saputo rispettare in modo piuttosto regolare la cronotabella oraria, nonostante il caldo infernale e la fatica che andava progressivamente accumulando… ma ogni volta che arrivava nel piazzale di Bormio Terme, che la società ha messo completamente a disposizione, le si allargava il cuore e la stanchezza spariva all’istante.

Un’intera comunità che si è riunita spontaneamente intorno a lei e al suo sogno, che non è un sogno personale ma un obiettivo che andrà a vantaggio di tutta la Valtellina (il reparto di Medicina Nucleare di Sondrio serve ogni malato senza alcuna distinzione).

Giornata

Dalle 10 alle 21, per un’intera giornata, la piazzetta di Bormio Terme e il retrostante parco verde sono diventati l’epicentro di una moltitudine di attività a contorno dell’Everesting di Sarah, che qui giungeva ogni volta per una mezz’oretta di riposo e di ristoro; laboratori di ricamo e di pizzoccheri, sedute di yoga, pilates, fitness e thai ji, attività didattiche per bambini (lettura, disegni, magliette creative), interventi su temi specifici a cura di esperti (biologa nutrizionista, osteopati, massoterapisti), una sfilata di moda sportiva, intrattenimento musicale con dj set e musica dal vivo e presentatori che si sono alternati per l’intrattenimento del pubblico

. Presenti anche il dottor Barbonetti, direttore del reparto di Medicina al quale - per il tramite dell’associazione Giuliana Cerretti onlus - sarà devoluto tutto l’incasso, nonché la dirigente ASST Monica Fumagalli, che hanno pedalato lungo la strada dello Stelvio insieme a Sarah e ai suoi angeli custodi Michele Antonioli e Daniele Schena.

"È difficile dire qualcosa - riconosce Barbonetti - quando nella tua anima hai delle emozioni forti come questa e si corre il rischio di essere banali; lo sport è spesso sinonimo di agonismo, ma nello sport c’è soprattutto la condivisione e lo stare insieme e nei momenti in cui la vita ci mette alla prova, sapere che ci sono delle persone che ci possono stare vicino e che, aiutandoci, appagano anche il proprio desiderio di donare agli altri… ebbene questo è un privilegio".

"Sono commossa anche io - concorda Monica Fumagalli - soprattutto perché tutto questo avviene nella mia terra e oggi abbiamo la testimonianza di una grande donna e la grande forza di tutte le donne che si trovano a lottare in un momento difficile". Sarah, stanca ed emozionata come non mai, trova ancora il fiato per ringraziare "tutte le persone che mi hanno sostenuto perché hanno dato la massima disponibilità e hanno dato vita a questo momento di condivisione".

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