Sondrio: ortofrutta in tavola tutti i giorni per l’83% dei cittadini
È anche un rimedio “anticaldo”, soprattutto nei giorni più afosi è importante consumare frutta e verdura fresca, fonte di vitamine, sali minerali e liquidi preziosi per mantenere l’organismo in efficienza
Su il termometro e, per affrontare i giorni e le ore più calde anche dopo il giro di boa di ferragosto, un sostegno può arrivare dal consumo di frutta e verdura fresche e di stagione. È quanto afferma Coldiretti Sondrio, ricordando come circa l’83% dei cittadini di Valtellina e Valchiavenna consumi verdure, ortaggi o frutta almeno una volta al giorno e che una corretta alimentazione aiuta a difendere l’organismo dalle elevate temperature. In provincia di Sondrio, in particolare, sempre secondo elaborazioni Coldiretti, il 77,5% delle persone di 3 anni e più, consuma giornalmente da 2 a 4 porzioni di verdure, ortaggi o frutta.
Con il caldo
Con il caldo è importante consumare frutta e verdura fresca, fonte di vitamine, sali minerali e liquidi preziosi per mantenere l’organismo in efficienza e per combattere i radicali liberi prodotti come conseguenza dell’esposizione solare. Antiossidanti “naturali” sono infatti le vitamine A, C ed E che - sottolinea Coldiretti Sondrio - sono contenute in abbondanza in frutta e verdura fresca. Ma alla buona alimentazione vanno accompagnate regole di buon senso nell’esposizione al sole. Oltre alle note proprietà rilassanti, idratanti e dietetiche, della frutta e verdura è apprezzato anche il contributo che possono dare nel garantire una tintarella della salute che rende “belli” dentro e fuori.
Consigli
Il consiglio della Coldiretti è quello di acquistare prodotti locali e di stagione che non devono subire grandi spostamenti, direttamente dagli agricoltori nelle fattorie e nei mercati di Campagna Amica, aiutando al contempo il territorio e l’occupazione in questa difficile fase di “ripartenza”. Importante anche verificare l’origine dei prodotti e non cercare per forza quelli perfetti, perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali, dei cosiddetti “brutti ma buoni”.