Tisiologia: l'impegno del nuovo direttore nel solco della tradizione puntando sulle nuove terapie
Ieri la dottoressa Patrizia Zucchi ha assunto la direzione della Struttura complessa dopo aver vinto il concorso
Operare nel solco di una grande tradizione, rafforzare gli aspetti organizzativi e gestionali, incentivare la crescita attraverso le collaborazioni interne e le relazioni esterne: l'impegno della dottoressa Patrizia Zucchi, valtellinese, specialista in Infettivologia, dal 2013 in Asst Valtellina e Alto Lario e, dal 1° novembre, direttore della Struttura complessa di Tisiologia dell'Ospedale di Sondalo, si muove tra passato, presente e futuro.
"Raccolgo il testimone di una lunghissima tradizione che desidero portare avanti adeguandomi alle mutate esigenze e raccogliendo nuove sfide, puntando sull'alta specializzazione e sulla multisciplinarità in ambito aziendale e sulle relazioni con altri centri di riferimento", afferma la dottoressa Zucchi.
Dottoressa Patrizia Zucchi
Formazione specifica, comprovate capacità e una lunga esperienza iniziata all'Ospedale Sacco di Milano la sostengono in un impegno che, in anni recenti, l'ha vista in forza al Dipartimento di Medicina, quindi in prima linea nella gestione della pandemia nelle fasi più difficili e, successivamente, in Tisiologia come dirigente medico, prima di assumerne la direzione dopo aver vinto il concorso.
La Struttura complessa di Tisiologia, ubicata al primo piano del primo padiglione dell'Ospedale Morelli, accoglie pazienti affetti da tubercolosi e micobatteriosi, sia polmonari che extrapolmonari, ma anche malati con Hiv e Aids con tubercolosi.
Si occupa di diagnosi e terapia di infezione tubercolare, che è diversa dalla malattia perché asintomatica, in pazienti che sono candidati a terapia con farmaci biologici per malattie autoimmuni, oltre che di micobatteriosi non tubercolari, un gruppo di patologie rare a trasmissione ambientale che colpisce principalmente pazienti con malattie polmonari croniche. La Struttura complessa di Tisiologia, con la nuova figura del direttore, nasce come evoluzione della preesistente Struttura semplice che afferiva alla Pneumologia. Il nuovo assetto organizzativo, voluto dall'attuale Direzione strategica di Asst Valtellina e Alto Lario, riconosce una specificità e una necessità di approccio multidisciplinare per una patologia ancora drammaticamente attuale.
Centro di Riferimento
L'Ospedale Morelli, insieme a Villa Marelli di Niguarda, è uno dei due Centri di Riferimento regionale per la Tubercolosi, l'unico per la gestione ospedaliera.
In questo ruolo accoglie pazienti da tutta la Lombardia, dal Piemonte, dal Veneto e anche dalle regioni meridionali. È tra i pochi centri in Italia a poter disporre dei farmaci di prima e seconda linea grazie all'approvvigionamento garantito dalla Farmacia dell'Asst Valtellina e Alto Lario e può contare sul supporto del Laboratorio ad alta specializzazione nel quale vengono eseguiti tutti gli esami. La Tisiologia trae inoltre vantaggio dalla presenza di altri specialisti che contribuiscono alla cura del paziente.
Approccio multidisciplinare
"Il nostro è un approccio multidisciplinare - sottolinea la dottoressa Zucchi - che si completa nella stretta collaborazione con la Chirurgia toracica, la Pneumologia e la Neurochirurgia e che può contare sul supporto di nutrizionisti e fisioterapisti respiratori. In particolare, i chirurghi toracici ci aiutano a gestire situazioni altamente complesse, ad esempio per le nuove forme di tubercolosi che colpiscono la colonna vertebrale".
Nel percorso terapeutico è importante il completamento della cura dopo le dimissioni: l'affidamento a un servizio territoriale in stretta correlazione con il reparto di Tisiologia consente di accompagnare il paziente lungo il percorso verso il completo recupero. La dottoressa Zucchi tiene a sottolineare come la tubercolosi non sia una malattia come le altre: il lungo decorso e l'isolamento rendono i pazienti speciali.
La malattia incide pesantemente a livello psicologico e sociale e i degenti necessitano di sostegno. La tubercolosi registra ogni anno dieci milioni di nuovi pazienti nel mondo: la provenienza da aree ad alta endemia rappresenta il più importante fattore di rischio, vengono colpiti i migranti ma anche gli italiani con varie fragilità come anziani, diabetici e persone sottoposte a terapie immunodepressive.
Non esiste un vaccino efficiente per tutte le forme di tubercolosi: per quelle classiche si usa la terapia tradizionale, mentre per quelle più resistenti si utilizzano combinazioni di nuovi farmaci allo scopo di ridurre i tempi di cura.
Dalla tubercolosi si guarisce dopo sei, dodici o diciotto mesi ma si può anche morire, soprattutto quando la malattia aggredisce un fisico già debilitato oppure in caso di diagnosi tardiva. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, nel 2021 sono morte più di un milione e mezzo di persone.
L'ospedale Morelli
Il Morelli collabora con Villa Marelli di Niguarda e fornisce consulenze telefoniche a ospedali di tutta Italia che si trovano a gestire casi di tubercolosi. Con la sua casistica fornisce un importante contributo agli studi sui nuovi farmaci e su tecnologie innovative, oltre che sul sequenziamento genomico.
Sul territorio collabora con Ats Montagna nella gestione dello screening per le popolazioni migranti mediante l'attivazione di un ambulatorio dedicato che consente di accertare la patologia e, nell'eventualità, di avviare la terapia più indicata.