Traffico insopportabile, è questo il turismo che vogliamo promuovere?
Code interminabili in salita e in discesa sulla 38 nell’area Tiranese in tutta la sua lunghezza. La tangenziale risolverà?
Ore di coda in discesa nella tratta che da Grosio raggiunge Tirano la sera, stesso identico discorso nella direzione contraria il mattino. La scena si è ripetuta praticamente tutti i giorni di queste interminabili due settimane natalizie ed ha posto di nuovo l’accento sul drammatico problema del traffico verso l’Alta Valle che non è assolutamente in linea con l’idea di turismo green e sostenibile di cui tutti gli operatori del settore si riempiono tanto la bocca in questo ultimo periodo.
A farne le spese soprattutto i pendolari che devono raggiungere Tirano o Bormio per lavoro trovandosi imbottigliati in file assurde.
Ecco, questo atavico problema dovrebbe essere poi archiviato dal tanto decantato avvio della tangenziale di Tirano, per cui i lavori stanno procedendo in modo celere (e un nuovo innesto di operai è in arrivo per la settimana prossima). Ma siamo poi tanto sicuri, che una volta saltato il blocco di Tirano, la stessa problematica non si presenterà soltanto più avanti di qualche chilometro?
Problema
Il problema traffico in Valtellina, nel 2024, è ancora quello di 30 anni fa, anzi forse è peggiorato. E allora? Cosa stiamo facendo verso la sostenibilità? Verso il turismo del silenzio e della pace e della natura che siamo capaci solamente di nominare alle conferenze stampa, tutte uguali e noiosissime?
I fatti dicono che il fondovalle di Tirano e Villa è stato drammaticamente stuprato da un’orgia di capannoni, a breve verrà realizzata una nuova centrale Terna che spazzerà via l’ultimo lembo di verde della piana agricola villasca, dopo che già i tralicci hanno fatto il loro brutto vedere nel corso degli anni e dopo che la tangenziale stessa ha eliminato ettari ed ettari di frutteti in nome di dieci giorni di Olimpiadi a Bormio e Livigno. E della centrale Terna che distruggerà ulteriormente, come per magia e nonostante fosse nato un comitato in difesa della piana dei Chiari, nessuno dice più nulla, tanto meno l’amministrazione comunale che per prima dovrebbe difendere il suo territorio.
Un territorio che ormai sta per non avere più nulla di attrattivo dal punto di vista turistico, è solamente un enorme centro commerciale con a breve una grande strada di collegamento verso le località sciistiche dell’Alta Valtellina. Con buona pace delle peculiarità relative a vigneti e meleti e Trenino rosso ecc ecc.
Futuro?
Insomma, in questi giorni lo ha visto davvero chiunque cosa è diventato il turismo in Valtellina. Un serpente di auto che costringe a ore e ore di coda sia in entrata che in uscita, per raggiungere le solite località, affollate a dismisura per i pochi periodi vacanzieri dell’anno per poi essere lasciate a desertificare in tutti gli altri momenti.
E la bellezza del fondovalle totalmente sacrificata alla logica illogica della grande distribuzione. A proposito, una delle novità di inizio 2024 nel Tiranese è l’apertura del nuovo McDonald’s, che ovviamente sta avendo un successo clamoroso. Inutile quindi riempire pagine di inchiostro o urlare allo scandalo di un territorio derubato delle sue peculiarità, va bene così, va tutto bene.
Dopo ore di coda per scendere da Bormio e tentare di raggiungere i paesi del fondovalle, parcheggiamo sulla sinistra e mettiamoci in coda anche al Mc, per avere l’agognato panino americano che ci fa sentire tutti un po’ a Chicago. Il problema è che poi quando ne esci trovi capannoni che hanno estirpato frutteti e territorio alpino, e non il blues e le rive del lago Michigan. Meditiamo perchè il baratro, olimpico o meno, è dietro l’angolo.