Valtellina alla ricerca della sua identità, trovarla vuol dire crescere ed evolversi
Incontro della multiutility con i sociologi Aldo Bonomi e Carla Lunghi e l’ad di Acinque Innovazione, Iacopo Picate.
Occorre individuare un «nodo delle reti» che diventi punto di forza, polo di attrazione dell’intero territorio valtellinese. Per farlo crescere e far sì che i giovani non pensino di andare altrove per trovare lavoro e affermarsi. Questa specificità potrebbe arrivare dal settore culturale, con imprese che valorizzino la produzione e le tradizioni locali all’interno di quella che oggi si definisce come «economia sostenibile rigenerativa».
Il messaggio che arriva dall’incontro «I processi creativi di trasformazione del territorio», svoltosi lo scorso mercoledì nella sala Martinelli della Camera di Commercio, è uno stimolo e un augurio. Anche se la Valtellina non parte da zero. Anzi.
L'incontro “Scenari per il futuro - Conoscere. Comprendere. Agire #incomune”
L’appuntamento a Sondrio del ciclo di incontri “Scenari per il futuro - Conoscere. Comprendere. Agire #incomune” sui temi delle trasformazioni in atto e dell’energia promosso dal gruppo Acinque è stato stimolante. Introdotti dal presidente di Acinque, Marco Canzi, e moderati dal coordinatore del ciclo, il professor Pierangelo Marucco (design culturale del territorio), i relatori dell’incontro, i sociologi Aldo Bonomi (fondatore del consorzio AASTER) e Carla Lunghi (Università Cattolica) con l’amministratore delegato di Acinque Innovazione, Iacopo Picate, hanno suscitato diversi punti di discussione e hanno fornito indicazioni utili agli operatori economici intervenuti.
Le foto dell'incontro in Valtellina
La Valtellina non è più un territorio marginale
«Cara Valtellina, non siamo più margine, siamo centro!», ha esordito Bonomi. Ce l’ha insegnato la pandemia che ha visto anche il noto sociologo tornare al paesello valtellinese in tempo di lockdown. «Qui abbiamo acqua, verde, aria sana - ha continuato Bonomi - siamo nel patrimonio dell’ipermodernità che si fonda sulla questione ecologica, sulla problematica energetica e sulla salute. L’attenzione è su di noi». Da qui il suo invito a «prendere coscienza di essere dentro la città retica e non più frontalieri che guardano verso il Grigioni o Bellinzona: siamo nel cuore del distretto alpino e un pezzo fondamentale delle 4 Lombardie, insieme all’area pedemontana, alla grande Milano e alla Bassa».
Per riuscirci (e Acinque potrebbe in questo dare una mano) occorre guardare al territorio come a una «costruzione sociale» che va implementata. Come? Innanzitutto «bisogna rinsaldare le reti corte - suggerisce Bonomi -, avere coscienza che non si opera né a Monza né a Lecco e avere in mente un modello simil-Bolzano». Ma senza restare chiusi in valle. «L’asse Sondrio-Lecco-Monza è fondamentale - ha spiegato - perché dobbiamo andare oltre. E qui Acinque può giocare un ruolo di primo piano, così come le banche o le ferrovie».
Senza dimenticare il forte tessuto di comunità di cui va fiera la Valtellina. «Anche se non basta - ha specificato - perché occorre una comunità di “cura larga”. Non basta più il forte associazionismo locale, occorre coinvolgere tutti gli altri soggetti, dalla medicina del territorio agli insegnanti, dalle farmacie fino ai sindacati e alle associazioni imprenditoriali». E che Acinque sia fondamentale, «lo si capisce quando arrivano le bollette - ha concluso Bonomi -: lì si percepisce quelli che il territorio lo usano e quelli che lo accompagnano».
Il possibile ruolo di Acinque
Una «provocazione» che ha visto subito la risposta del presidente Canzi:
«E’ proprio in questo scenario che cerchiamo di muoverci: non siamo qui per sorvolare il territorio, ma per accompagnarlo nella crescita: e i progetti che stiamo portando avanti con la comunità locale lo testimoniano. È una sfida che ci sentiamo di affrontare».
Come, poi, concretizzare le indicazioni di Bonomi? La professoressa Lunghi ha cercato di dare delle risposte basate sulla sua esperienza milanese, ma anche di altre aree del Paese, in particolare nell’ambito culturale, inteso non solo come editoria, arte o cinema, ma anche cibo, moda, design...
Perché non pensare a un’esperienza culturale?
A questo proposito, per la Valtellina è fondamentale il tema della sostenibilità, non solo economica e ambientale, ma soprattutto sociale e culturale.
«Una ricerca ci ha messo di fronte al concetto di “benessere” del territorio e delle persone - ha sostenuto la docente della Cattolica - che diventava rilevante in alcune imprese culturali, sia per i lavoratori che per gli stakeholder».
Ora si tratta di costruire anche in Valtellina un modello di economia sostenibile e rigenerativa. E qui Acinque potrebbe essere di grande aiuto. Come?
«Sostenendo una rete di piccole e medie imprese che sviluppino le risorse locali, sia a livello materiale che immateriale, legandole all’enogastronomia, al turismo, all’intrattenimento, e cercando di metterle in rete - risponde Lunghi - Questo vorrebbe dire valorizzare le produzioni locali e favorire l’incontro tra giovani e imprese, dando vita, appunto, a modelli virtuosi di economia sostenibile e rigenerativa». Questo potrebbe generare, ne è convinta la professoressa, «un nuovo immaginario basato su un rapporto più rispettoso e non predatorio con l’ambiente e con la tradizione del territorio».
La soluzione?
Quindi, come rilanciare la Valtellina?
«C’è un problema di nodo di rete - ha affermato Bonomi - Lecco ha il Politecnico, Como e Monza hanno puntato sul design... La Valtellina non ha ancora trovato la sua specificità. Una risposta in tasca non ce l’ho, ma dopo le Olimpiadi invernali occorrerà fare una riflessione sulla nostra identità e trovare il nostro nodo di rete. I nostri sindaci da soli non ce la possono fare. Acinque è uno di quei soggetti col quale costruirlo».
Anche perché, una parte di questo cammino Acinque l’ha già intrapreso.
«A Sondrio e in Valtellina stiamo portando avanti progetti che possono riconoscersi in queste vostre indicazioni - ha, infatti, sostenuto Picate - Come quello dell’illuminazione a Sondrio, la riqualificazione della piscina, le stazioni di ricarica elettrica valtellinesi... Vogliamo essere presenti nei territori, che siano Lecco, Sondrio o Monza, per portare valore aggiunto».
E i numeri gli danno ragione: ad oggi Acinque ha sviluppato 150 rigenerazioni energetiche, suddivise in un centinaio di condomini e in una cinquantina di abitazioni individuali con un impatto ambientale importante perché hanno evitato 3,3 milioni di tonnellate di anidride carbonica e un risparmio di gas bruciato pari a 2 milioni di metri cubi annui.