Il caso

Villa chiede modifiche alla Tangenziale di Tirano, ma non è tardi?

Il Comune ha scritto ad Anas per l’introduzione di varianti rispetto alla progettazione esecutiva della nuova arteria.

Villa chiede modifiche alla Tangenziale di Tirano, ma non è tardi?
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Il Comune di Villa di Tirano ha preso posizione per cambiare il tracciato della ormai costruenda tangenziale di Tirano. A molti pare che la decisione di inviare ad Anas due proposte di cambiamento del tracciato sia un po’ tardiva dato che i lavori sono ampiamente cominciati. Ma certamente per la popolazione di Villa si tratta di due varianti importanti.

Il sindaco

"Sono due specifiche proposte di variante - scrive il sindaco Franco Marantelli - per dare risposte a problematiche segnalate formalmente e discusse con responsabili Anas, ma che, al di là di promesse di approfondimenti, non hanno mai avuto risposte scritte e motivate. La prima è la realizzazione della nuova Ss 38 in sottopasso rispetto alla strada provinciale 25, in luogo della rotatoria in progetto. Si elimina in questo modo una rotatoria a meno di 500 metri dall’inizio della tangenziale. Renderebbe la circolazione veicolare sulla nuova Ss 38 più scorrevole e più sicura, evitando di interferire con la viabilità locale, con connesso miglioramento dell’incidenza sia atmosferica e sia acustica, superando al contempo le problematiche di prevedibile stallo sulla rotatoria derivanti dalla percorrenza a senso unico alternato della Sp 25 nel ponte sull’Adda e di peggioramento delle condizioni di collegamento carrabile e ciclopedonale di Stazzona con il restante territorio. In questo modo ci sarebbe una notevole riduzione di costi, il risparmio di importanti superfici agricole, una notevole diminuzione di un pessimo impatto ambientale".

Altra proposta

La seconda proposta riguarda invece la realizzazione in viadotto del tratto della nuova Ss 38 tra la progressiva 1+900 e la progressiva 2+600. "Il tratto della nuova Ss 38 tra la progressiva 1+900 e la progressiva 2+600 risulta collocato in zona A del Piano per l’Assetto Idrogeologico (PAI) del fiume Adda. La pertinente normativa prescrive “di garantire le condizioni di sicurezza assicurando il deflusso della piena di riferimento, è consentita la realizzazione di opere pubbliche a condizione che non modifichino i fenomeni idraulici naturali e non limitino in modo significativo la capacità di invaso”. Il rilevato previsto in progetto riduce sensibilmente l’area di esondazione. Proprio l’area nella quale è fuoriuscita l’Adda nel 1983 e nel 1987. Ebbene, questa funzione di laminazione delle piene, in un contesto territoriale che vede la confluenza del torrente Poschiavino nel fiume Adda, verrebbe pregiudicata, portando a valle il rischio esondazione".
L’istanza per l’introduzione di varianti rispetto alla progettazione esecutiva approvata è stata inviata ad Anas a fine novembre, anche se il Comune sostiene di averla già sottoposta in precedenza senza mai avere risposta.

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