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Addio a Carlo Chiaravalloti, il partigiano Lao: testimone di libertà e resistenza

Carlo Chiaravalloti, noto come il partigiano "Lao," è scomparso il 1° novembre nel sonno. A diciassette anni, aveva partecipato alla liberazione di Sondrio nel 1945 come membro della Brigata "Riccardo Rinaldi."

Addio a Carlo Chiaravalloti, il partigiano Lao: testimone di libertà e resistenza
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Si è spento serenamente nel sonno, all’alba del 1° novembre, Carlo Chiaravalloti, noto a Sondrio e nell’ambito della Resistenza con il nome di battaglia "Lao". Appartenente alla Brigata “Riccardo Rinaldi” e al Battaglione “Peppo”, Carlo è stato tra i protagonisti della liberazione di Sondrio il 28 aprile 1945. Di lui rimane un’immagine emblematica scattata durante la sfilata partigiana del 9 maggio 1945, che lo ritrae, quasi diciottenne, tra il dott. Fancoli di Berbenno e Dante Farina di Caiolo: giovane, forte, e carico di speranza.

Addio a Carlo Chiaravalloti

Fausta Messa per ISSREC (Istituto Sondriese per la Storia della Resistenza e dell’ Età Contemporanea) e ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Comitato  Provinciale di Sondrio) scrive in una nota stampa:

E' disarmato Carlo, perchè la sua è stata soprattutto una Resistenza civile, combattuta attraverso lunghe camminate per portare comunicazioni di servizio, messaggi privati, documenti, sotto la vigile direzione di Teresio Gola, l'avvocato che teneva i rapporti tra il CLN di Milano e tutte le forze organizzate della Resistenza in provincia di Sondrio.

Carlo è il fratello minore di Elena e di Vito, ben conosciuti a Sondrio, che da subito hanno collaborato con la Resistenza, spinti soprattutto da sentimenti di solidarietà verso alcune famiglie di ebrei, giunte a Sondrio come profughe e generosamente ospitate in casa dalla loro mamma Margherita.

La solidarietà verso i perseguitati, la voglia di libertà, l'avversione per la guerra e il sentimento militarista spingono Carlo e i suoi amici, tra cui Gaetano Arfè, a scrivere sui muri di Sondrio “Abbasso i fascisti”, un'azione che potrebbe portarli all'arresto e alla deportazione.

Entrato a 17 anni nella Bg. “Riccardo Rinaldi”, partecipa alla liberazione di Sondrio su cui scrive: “La popolazione era tutta con noi, esultante, finalmente libera. La guerra era finita” .

Da allora, fino a due anni fa, ha sempre partecipato con gioia alle celebrazioni del 25 Aprile e non ha mai smesso di andare nelle scuole a portare la sua testimonianza.

L'amatissimo figlio Bruno ha raccontato la sua esperienza partigiana nel film “Una questione privata” del 2008; un'intervista compare anche nel libro di Gad Lerner, Noi partigiani della Resistenza italiana, Feltrinelli, 2020.

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