Albero di Natale: quello “agricolo” salva i terreni dall’abbandono
“Scatta” l’addobbo dell’abete natalizio: per produrlo sono necessari fino a 15 anni di lavoro, grazie alle imprese che presidiano le aree montane. I consigli di Coldiretti Sondrio per sceglierlo e curarlo.
L’albero di Natale naturale e a km zero? Una tendenza in crescita anche a Sondrio: lo rende noto la federazione provinciale Coldiretti nella settimana che, che per molte famiglie, segna l’accensione degli abeti addobbati in vista del Natale. In particolare, il “d-day” è proprio oggi, in occasione dell’Immacolata.
Anche in Valtellina
Anche in Valtellina sono diversi i produttori che propongono gli abeti natalizi vivi e in vaso, coltivati soprattutto sui terreni in altura: il prezzo può variare dai 20 euro per quelli di taglia più piccola, fino a 50 e più per quelli più grandi e importanti) i produttori impiegano “dieci, anche quindici anni di lavoro: è il tempo che un albero impiega a crescere”.
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Ruolo importante
Nelle aree montane, in particolare, la coltivazione degli abeti svolge un ruolo importantissimo, poiché interessano anche terreni marginali altrimenti destinati all'abbandono e contribuiscono a migliorare l'assetto idrogeologico delle colline ed a combattere l'erosione e gli incendi. Grazie agli alberi di Natale è quindi possibile mantenere la coltivazione in molte aree di montagna con il terreno lavorato, morbido e capace di assorbire la pioggia in profondità prima di respingerla verso valle evitando i pericoli delle frane, mentre la pulizia dai rovi e dalle sterpaglie diminuisce il pericolo d'incendi.
A filiera corta
“Anche la produzione di abeti natalizi è una realtà che merita di essere conosciuta, importante anche dal punto di vista della tradizione e del rispetto dell’ambiente” sottolinea Silvia Marchesini, presidente di Coldiretti Sondrio. “Va detto innanzitutto che acquistare alberi naturali significa contribuire ad evitare pericoli di frane e a diminuire il pericolo d’incendi e ad aiutare la nostra agricoltura. L’albero vero è più bello e profumato. E sceglierlo “a filiera corta”, quest’anno, è ancora più importante, perché si sostiene un settore – quello florovivaistico – che sta vivendo un periodo di crisi molto pesante”.
Consigli per conservarlo
Veniamo ai consigli di Coldiretti per la conservazione. Prima di tutto – spiega l’organizzazione agricola - misurare con cura l'altezza del soffitto di casa per non trovarsi con un albero troppo alto. All'aperto gli alberi sembrano molto più piccoli che all'interno ed il rischio di portare in casa un albero non adatto è molto alto. Una volta prese le misure, e fatto i dovuti accorgimenti, è arrivato il momento di scegliere l’abete.
A casa
Al vivaio non andare alla ricerca di un albero perfetto perché ogni esemplare tende ad avere un lato meno ricco di rami nella parte cresciuta verso nord; del resto, si tratta di un albero vivo la cui naturale asimmetria è sicuramente compensata dall’autenticità dello stesso. E se perde gli aghi?
Tutte le conifere - sottolinea Coldiretti - tendono a perdere gli aghi nella parte interna dei rami ma questo non significa che l'albero sia vecchio e in ogni caso, per evitare di sporcare macchine e case, chiedere al vivaista di scuotere l'albero per far cadere gli aghi secchi. Una volta a casa? Fondamentale è sistemare l’albero in un luogo luminoso, fresco, lontano da fonti di calore, come stufe e termosifoni e al riparo da correnti d’aria e folate di vento. Spesso la voglia di natale porta ad esagerare negli addobbi:
Cosa farne dopo
Coldiretti Sondrio consiglia di evitare addobbi pesanti per non spezzare i rami o incurvare l’albero come di non spruzzare neve sintetica e spray colorati. Come conservarlo bello e sano? Mantenendo la terra umida ma non eccessivamente bagnata, anche con l'utilizzo di un nebulizzatore, che potrebbe essere applicato anche ai rami (in assenza di fili elettrici!). E finito il Natale? Un balcone o un bel giardino sono i posti migliori… così sembrerà che la festa non sia mai finita!
Origine
Un’ultima curiosità: l'usanza di ornare un albero sempreverde in occasione del Natale è originaria della Germania del VII secolo, dove gli abitanti erano soliti addobbare le querce con pietre colorate che col passare del tempo vennero sostituite con ghirlande, nastri e frutti colorati. Questa pratica venne sempre più collegata alla festività del Natale al punto che si finì per sostituire le querce con gli abeti in quanto, la loro forma triangolare poteva simboleggiare la Santissima Trinità.
Vademecum
PRIMA DI COMPRARE L’ALBERO
• Meglio preventivare l’acquisto con qualche giorno di anticipo per dare modo all’albero di adattarsi al nuovo ambiente e distendere bene i rami, imprigionati dalla rete per il trasporto.
• Misurare accuratamente l’altezza del soffitto di casa, per non trovarsi con un albero troppo alto perché all’aperto gli alberi sembrano molto più piccoli che all’interno.
AL VIVAIO O NEI MERCATI DI CAMPAGNA AMICA
• Non andare alla ricerca di un albero perfetto perché ogni esemplare tende ad avere un lato meno ricco di rami nella parte cresciuta verso nord e poi ricordarsi che si tratta di un albero vivo la cui naturale asimmetria è sicuramente compensata dall’autenticità dello stesso.
• Tutte le conifere tendono a perdere gli aghi nella parte interna dei rami ma ciò non significa che l’albero sia vecchio e in ogni caso, per evitare di sporcare macchine e case, chiedere al vivaista di scuotere l’albero per far cadere gli aghi secchi.
UNA VOLTA A CASA
• Sistemare l’albero in un luogo luminoso, fresco, lontano da fonti di calore, come I termosifoni e al riparo da correnti d’aria, come porte e finestre al riparo da eventuali forti folate di vento.
• Evitare addobbi pesanti per non spezzare i rami.
• Non spruzzare neve sintetica e spray colorati perché l’albero e vivo e respira
• Mantenere la terra umida ma – consiglia Coldiretti Sondrio – non eccessivamente bagnata, anche con l’utilizzo di un nebulizzatore, che potrebbe essere applicato anche ai rami in assenza di fili elettrici.
Terminato il periodo natalizio
• Se l’albero acquistato ha le radici può essere posizionato all’esterno sul balcone o piantato in giardino, ricordando che è una pianta che può crescere anche fino a 15- 20 metri.
• Donarlo ai centri di raccolta indicati dai vivaisti, dai Comuni, dal Corpo forestale dello Stato.