per essere in regola

Altro modulo autocertificazione aggiornato al 26 marzo

S'adegua ancora la modulistica. Ripercorriamo insieme tutto l'ultimo drammatico mese, ricostruendo tappa dopo tappa ogni evoluzione normativa.

Altro modulo autocertificazione aggiornato al 26 marzo
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E quattro. Dopo l’annuncio del nuovo Decreto “unico” del Governo Conte, s’adegua necessariamente anche la modulistica per la circolazione delle persone in questa emergenza coronavirus. Ne approfittiamo anche per ricostruire la cronistoria normativa dell’emergenza.

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26 marzo: nuovo modulo (il quarto) per l’autocertificazione

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La cronistoria (anche burocratica) dell’emergenza

Poco più di un mese. Sembra una vita, eppure la nostra esistenza è stata sconvolta davvero nel giro di una manciata di giorni.

Venerdì 21 febbraio: scoppia l’emergenza, nasce la “zona rossa”

L’emergenza coronavirus inizia venerdì 21 febbraio 2020, quando vengono resi noti i primi casi nel focolaio di Codogno (in realtà ospedalizzati il giorno prima) e vengono isolati i primi Comuni del Basso Lodigiano grazie a un’ordinanza preparata di gran corsa a quattro mani da Ministero e Regione Lombardia: nasce così la prima “zona rossa”, a cui s’ aggiungerà il giorno dopo, sabato 22 febbraio, anche quella di Vò Euganeo, in provincia di Padova.

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Domenica 8 marzo: Lombardia e 14 province “zona arancione”

La situazione si fa progressivamente sempre più seria in Lombardia e in diverse province soprattutto limitrofe, fino a che il Governo si trova costretto a estendere la cosiddetta zona rossa. E’ sabato 7 marzo 2020, quando vengono annunciate le Misure urgenti di contenimento del contagio che riguardano tutta la Lombardia, in Emilia le provincie di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Rimini; nelle Marche la provincia di Pesaro e Urbino; in Veneto le province di Venezia, Padova e Treviso; infine in Piemonte le province di Asti, Alessandria, Novara e VCO. Quella che informalmente viene definita “zona arancione” entra in vigore domenica 8 marzo 2020, viene detta così perché meno restrittiva rispetto alla zona rossa del Basso Lodigiano, che infatti viene poi “smantellata” entro la mezzanotte, così come quella di Vò.

Mercoledì 11 marzo: Italia tutta “Zona protetta” (Io resto a casa)

Bisogna però aspettare fino a mercoledì 11 marzo 2020 per la firma del primo Decreto che fa finalmente elevare l’allerta coronavirus a livello nazionale. E’ il Decreto cosiddetto “Io resto a casa”, che, come annuncia il premier Giuseppe Conte, in pratica rende tutta l’Italia “Zona protetta”, con le stesse limitazioni che prima interessavano la sola Lombardia più altre 14 province (è qui che viene diffuso anche il primo modulo per l’autocertificazione durante gli spostamenti, seguito poi da un secondo con l’obbligo di dichiarare le proprie condizioni di salute).

Venerdì 20 marzo:  ordinanza parchi chiusi e stop “corsette”

Trascorrono nove giorni in cui, mentre la situazione precipita ulteriormente nelle zone più colpite, nel resto del Paese la superficialità dei cittadini nel rispettare le norme imposte raggiunge livelli non più contenibili. E’ così che venerdì 20 marzo 2020 il Ministero della Salute è costretto ad emettere un’ordinanza che stabilisce la chiusura dei parchi pubblici e vieta ogni attività ludica e ricreativa all’aperto (soprattutto “corsette” comprese) e in più vieta spostamenti dall’abitazione principale nei giorni festivi e prefestivi (per scoraggiare la fuga verso le seconde case).

Domenica 22 marzo: il Decreto “Chiusi Italia”

Basta? Naturalmente no… Tant’è che il giorno dopo, sabato, il premier Conte annuncia per la prima volta in diretta Facebook in tarda serata l’entrata in vigore, il giorno dopo, domenica 22 marzo 2020, di un nuovo ancor più stringente Decreto (che qualcuno ha anche chiamato “Chiudi Italia”), che chiude tutte le attività produttive non essenziali su scala nazionale.

L’ordinanza che vieta spostamenti fuori dal Comune

La firma del Decreto viene preceduta di qualche ora dall’entrata in vigore immediata di un’ultima ordinanza che vieta lo spostamento fuori dal Comune nel quale ci si trova (pensata sia per le seconde case che per eventuali spostamenti di massa dal Nord verso il Meridione), firmata dai Ministri della Salute e dell’Interno, Roberto Speranza e Luciana Lamorgese.

In vigore fino al 3 aprile (per ora)

Il Decreto governativo dell’11 marzo (Io Resto a casa), l’ordinanza del Ministero della Salute del 20 marzo (Parchi vietati) e l’ultimo Decreto del 22 marzo (Chiudi Italia) saranno cumulativamente in vigore fino al 3 aprile 2020.

Considerando però che questa scadenza, come anticipato già dallo stesso Presidente del Consiglio, sarà inevitabilmente prorogata insieme alla chiusura delle scuole.

Intanto viene diffuso un terzo modulo per l’autocertificazione aggiornato sulla base delle ultime novità normative.

Arriva anche il Decreto “unico”

Martedì 24 marzo 2020, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha indetto una conferenza stampa a Palazzo Chigi per comunicare l’entrata in vigore di un nuovo Decreto legge “unico” pensato per riordinare la disciplina dei precedenti provvedimenti adottati dall’inizio della fase emergenziale. In particolare, Conte ha annunciato multe più severe, con pagamento da 400 a 3mila euro per chi viene fermato in violazione delle normative. E poi:

Lasciamo che i presidenti possano adottare misure più restrittive nell’ambito dei loro poteri, ma rimane la funzione di omogeneità e coordinamento del Governo.

Infine oggi, giovedì 26 marzo 2020, la diffusione del quarto e ultimo modulo per l’autocertificazione durante gli spostamenti.

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