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Aumentano le truffe on line: la Prefettura spiega come riconoscerle

Il tema è stato largamente affrontato dal Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.

Aumentano le truffe on line: la Prefettura spiega come riconoscerle
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L’Ufficio Territoriale della Prefettura ha da tempo attivato un serrato monitoraggio sul deprecabile fenomeno delle truffe, perpetrate sia in presenza, sia a distanza (via telefono, internet, ecc.) e che, com’è noto, colpiscono principalmente gli strati più vulnerabili della popolazione, in particolar modo le persone anziane.

Riunito il Comitato Provinciale

Nello specifico, il Prefetto Salvatore Pasquariello e i vertici delle Forze dell’Ordine hanno trattato il tema durante le riunioni del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica del 18 giugno, del 15 luglio, del 5 agosto, dell’1 ottobre e dell’8 ottobre scorsi, nonché nelle relative Riunioni Tecniche di Coordinamento. Ad alcuni dei predetti incontri ha preso parte anche, oltre al Questore e ai Comandanti provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il Dirigente del Compartimento della Polizia Postale di Milano che, per ragioni di competenza per materia, ha fornito una panoramica esaustiva sul delitto in esame.
Le iniziative che intende attivare la Prefettura non si limitano alla mera raccolta e analisi dei dati forniti dalle Forze dell’Ordine, ma, oltre al monitoraggio, è stato ritenuto utile delineare e riepilogare le nuove condotte tipiche con cui viene consumato il reato di truffa, nonché a predisporre e a promuovere campagne informative e di sensibilizzazione, soprattutto a favore delle persone anziane che risultano essere, come accennato, ancora le più colpite. - Fanno sapere dall’Ufficio del Governo - Malgrado si sia registrata un’inflessione delle truffe perpetrate in questa provincia, in particolar modo di quelle commesse in presenza, è più che mai necessario monitorare con attenzione il fenomeno che è in continua evoluzione. Infatti, lo schema tipico con il quale i truffatori agiscono è quello di cambiare dopo breve tempo gli stratagemmi, gli artifizi e i raggiri adottati, proprio per usare metodi non ancora conosciuti, che non destino, quindi, sospetti.

Tipologie di truffe

I metodi utilizzati sono in continuo mutamento, tuttavia il Comandante della Polizia Stradale di Milano e le Forze dell’Ordine territoriali sono riuscite a delineare i seguenti modelli posti in essere dai truffatori che, in provincia di Sondrio, hanno colpito 51 vittime dall’inizio del 2020:
Truffa del “sedicente avvocato”. Il truffatore contatta il malcapitato spacciandosi per avvocato, poi gli riferisce di un possibile arresto (per esempio a causa di incidente stradale) che potrebbe avvenire ai danni di un suo congiunto (che si trova in stato di fermo presso la Questura o una Caserma dei Carabinieri) e prospetta una pronta risoluzione del caso, evitando conseguenze di tipo penale, qualora venga tempestivamente versata una cauzione.
Truffa della “polizza assicurativa”. Il truffatore si spaccia per un intermediario assicurativo e propone prodotti assicurativi a prezzi molto vantaggiosi. Una volta ottenuto il pagamento, emette una falsa polizza RC.
Truffa del “finto operatore di banca”. Il truffatore contatta telefonicamente o via sms la vittima spacciandosi per un impiegato di banca. Si fa poi consegnare gli estremi delle carte di credito e dei conti correnti per poi effettuare dei bonifici.
Truffa del “fornitore di energia elettrica”. Il truffatore contatta telefonicamente la vittima prescelta spacciandosi per un incaricato di un’azienda erogatrice di energia elettrica. Propone dei contratti a prezzi molto vantaggiosi e si fa consegnare un anticipo in denaro.
Truffa del “resto della spesa”. Il malvivente raggira la cassiera di un esercizio commerciale durante il pagamento ottenendo il resto in denaro maggiore di quanto dovutogli.
Truffa del “finto bisognoso”. Il truffatore si finge indigente e bisognoso. Raggira il malcapitato facendosi elargire denaro tramite bonifico.
Truffe con “assegni rubati”. I contatti tra truffato e truffatore avvengono generalmente in maniera indiretta (telefono, mail, ecc.). Il malvivente paga il venditore raggirato con assegni rubati o falsificati. Le utenze utilizzate solitamente risultano appartenere a soggetti estranei alla vicenda.
Truffa del “trading online”. E’ un servizio che consente, attraverso piattaforme di broker appositamente autorizzati dalla CONSOB, l’acquisto e la vendita online di strumenti finanziari come azioni, obbligazioni, titoli di stato, ecc. Si tratta di una forma di investimento particolarmente diffusasi grazie ai minori costi di commissione richiesti dal broker all’investitore ed alla possibilità di potersi informare direttamente sull’andamento di un particolare titolo o della borsa in generale (la visualizzazione di grafici e informazioni utili sui titoli) per effettuare con maggiori dati le scelte di investimento. Si sono parallelamente diffuse false piattaforme i cui “gestori” hanno il solo fine di sottrarre il denaro che gli ignari risparmiatori credono di avere investito attraverso di esse. Solitamente i primi contatti con il presunto broker avvengono da call center e la vittima ha la possibilità di constatare che le piattaforme sono ben fatte e sono supportate da assistenza telefonica. Seguono poi il contatto telefonico con il broker in persona, la formalizzazione di un contratto ed il versamento di piccole forme iniziali per lo più a mezzo bonifici su conti correnti di banche che hanno sede all’estero. Constatando l’apparente bontà dell’investimento, la vittima viene persuasa ad effettuare bonifici ben più consistenti fino a che, chiedendo di rientrare di tutto o parte dell’investimento, non vi riesce capendo di essere stata truffata.
Truffa del “cryptolocker”. Questa frode viene realizzata attraverso l’inoculazione dei c.d. “Ransomware”, un’evoluzione dei classici virus informatici, progettati con lo scopo finale di estorcere denaro alle ignare vittime che si vedono inibito l’accesso al proprio sistema a causa della cifratura di intere cartelle di documenti.
Truffa del “man in the middle”. Attraverso il furto dell’identità digitale l’hacker si impossessa della casella di posta di un dipendente aziendale, oppure tramite tecniche di social engineering apprende che è in essere una corrispondenza elettronica di carattere commerciale tra due utenze. In entrambi i casi il truffatore si intromette nella comunicazione osservando, intercettando o replicando verso un’altra destinazione prestabilita i messaggi inviati dai due interlocutori.
Phishing. Si tratta di una frode informatica che mira alla sottrazione di dati personali attraverso l’azione inconsapevole dell’utente, generalmente tramite l’invio di e-mail o sms fittizi contenenti l’avviso di un’anomala attività riscontrata sul conto corrente. E’ sempre presente un link che rimanda a un sito clone di quello della banca. Una volta aperto il link, l’utente viene indotto ad inserire il codice utente ed il pin di accesso al conto corrente. Dopo pochi istanti, la vittima riceve una telefonata nel corso della quale l’interlocutore chiede che gli vengano forniti gli ulteriori codici ricevuti via sms e in tal modo il truffatore ha piena disponibilità del conto corrente del malcapitato.

 

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