Tirano

Caccia nel Tiranese, i problemi rimangono irrisolti

Viviamo e facciamo vivere le Orobie si rifà sentire dopo che non ha ottenuto alcuna risposta alle sue rimostranze.

Caccia nel Tiranese, i problemi rimangono irrisolti
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Il Comitato viviamo e facciamo vivere le Orobie rappresentato da Gianmaria Galli e Paolo Marchetti torna sul tema della caccia e delle riserve, dopo un periodo di silenzio e a seguito delle elezioni e del rinnovo del Comitato di gestione di Tirano (nuovo presidente è Leonardo Caspani). "A seguito della e-mail inviata in data 26/04/2022, con invito a una risposta, non ancora avvenuta, ci sentiamo in dovere verso i cacciatori, e per coerenza con noi stessi, di ribadire ciò che avevamo in precedenza espresso. Per liberare il campo da preconcetti vari, vogliamo ricordare a tutti, che senza i cacciatori, voi, come pure assessori e tecnici provinciali, non avreste nessun senso di esistere come tali, pertanto si deduce che dovreste essere voi al servizio dei cacciatori, non viceversa, e, riconosciamo e apprezziamo la vostra disponibilità. Con rammarico prendiamo atto che quanto abbiamo scritto parecchi anni fa, e ribadito lo scorso aprile, non è stato tenuto in considerazione".

I punti

Allora proviamo a riepilogare. "Intervento di gestione sul territorio. Facoltativo? Ma se viene valutato 50 euro, diventa obbligatorio, con tutto quel che ne consegue. Quasi tutti i cacciatori hanno una baita che condividono con i loro amici, pertanto la cura dell’ambiente è assicurata, ma se vogliamo restare in argomento, vi facciamo notare che negli ultimi 30 anni l’avanzamento del bosco è stato esponenziale. È successo che pascoli e radure sono diventati bosco, mentre i prati a mezza sponda sono diventati pascoli destinati, occorre intervenire attraverso un processo irreversibile di imboscamento, pena la perdita totale. Vogliamo risolvere il problema obbligando i cacciatori a fare un intervento? Mettiamo per inciso che i cacciatori il loro contributo lo hanno sempre dato e ricordiamo, se non errato, qualcuno lucrava su questi interventi e questo è piuttosto fastidioso. Siccome nel Comitato c’è un rappresentante del mondo agricolo che nonostante gli scandali beneficia ancora di aiuti finanziari, perché non propone egli stesso alla Provincia un programma di recupero dell’ambiente montano, sicuramente i cacciatori lo sosterrebbero". Altra nota, i censimenti. "Il censimento del cervo in notturna, lo troviamo valido, ma per il capriolo e il camoscio, rimaniamo sulle nostre posizioni. Siccome il censimento, che dovrebbe teoricamente stabilire il piano di abbattimento, fatto in questo modo, perde la credibilità, si può tranquillamente dichiarare un esubero, per ottenere più capi! Proseguendo come già dichiarato apertamente, siamo contro la mostra dei trofei".

Imposizioni

Più che la mostra stessa, "è l’imposizione. Ci spieghiamo meglio: premettiamo che il capo abbattuto, dopo il controllo di rito, appartiene al cacciatore che ne dispone come vuole in tutte le sue parti. Come categoria, siamo già malvisti; verdi, ambientalisti, animalisti, tutto questo mondo che ci circonda, a nostro avviso anche poco documentato, ci è ostile, figuriamoci con una provocazione del genere che simpatie acquisiamo. È come spiegare le qualità della corda ai famigliari dell’impiccato! Se qualcuno vuole fare la sua mostra trofei se ne assuma le sue responsabilità. Tutte queste cose, a seguito di una imposizione, accompagnate da sanzioni pecuniarie, a noi sembrano un insulto alla buona volontà dei cacciatori".

Riserve

Infine, "se questi tre punti sopra citati sono di vitale importanza, come mai sul tema riserve faunistiche - secondo noi (perché a questo tema si unisce Paolo Marchetti, rappresentante del Comitato vivi e facciamo vivere le Orobie) - ben più rilevante, nonostante più richieste d’appoggio, nonostante la presenza di 130 firme di cittadini tra cui molti cacciatori proprio del settore, non è ancora arrivata una risposta? Sappiamo bene che il tema è scottante e scomodo ma noi ci mettiamo la faccia, e voi? Ci basterebbe capire se intendete appoggiare o meno chi tenta di “recuperare” territorio che insite sul nostro comprensorio, che amiamo! Stiamo fornendo l’occasione per provare a far qualcosa di importante, per tutti noi, se non vi interessa coglierla abbiamo diritto di conoscerne le motivazioni. I problemi si possono risolvere solo se si affrontano a viso aperto, non mugugnando nei bar e negli uffici. A nostro avviso, sarebbe da definire una scaletta di priorità da considerare e indire delle riunioni per affrontare le varie tematiche, non soffermarsi solo esclusivamente sul bilancio, importante certo...".

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