"In città non torneremo mai più", la straordinaria quotidianità di vivere in una vecchia contrada
La storia di due famiglie che vivono in una contrada formata da un mucchio di case in sasso e una chiesetta
I vecchi, un tempo, avevano abbandonato la contrada con i suoi boschi ed i suoi prati per cercare lavoro in città. Oggi, invece, due famiglie hanno invertito la tendenza tornando a vivere tutto l’anno in quegli stessi luoghi. La contrada è quella dei Musci, una storica frazione, formata da un mucchio di case in sasso e una chiesetta, che si incrociano salendo verso l’alpe Arcoglio, nel territorio comunale di Torre di Santa Maria.
Due famiglie nella contrada di Musci a Torre Santa Maria
Qui, da tempo vive la famiglia di Cesare Mitta, progettista elettrotecnico in pensione, nato ai Musci ma poi trasferitosi in Brianza per lavoro e che oggi ha scelto di tornare con la sua compagna Patrizia Flematti, maestra in una Materna a Sondrio. L’altra famiglia, invece, è tutta giovane: Mirco Svanotti, 37 anni, imprenditore svizzero con sua moglie Roberta Righetti e due bimbi, Aurelio di 6 anni e la piccola Astrid, nata lo scorso anno.
"In città non torneremo mai più"
"In città non torneremo mai più perché qui si impara anche a conoscere anche se stessi – racconta Patrizia -. Noi viviamo nella stessa casa dove era nato Cesare ed abbiamo venti gatti. In realtà sono tutti quelli della contrada, ma siamo noi a sterilizzarli e tenerli sotto controllo, anche perché sono utili contro topi e bisce. Però i veri eroi, a vivere ai Musci, sono Mirco e Roberta con i bambini». In effetti, si tratta di una famiglia che ha vissuto in Svizzera fino ad un paio d’anni fa, quando hanno terminano la ristrutturazione di un rustico in contrada.
"Quando Aurelio aveva 4 anni abbiamo provato a vivere qui qualche mese, inverno compreso – racconta la giovane mamma Roberta -. Poi, lo scorso anno per la nascita di Astrid siamo tornati a Lugano e da questa primavera ci siamo trasferiti ufficialmente qui ai Musci. Mio marito, invece, il lunedì torna a Lugano, dove ha una falegnameria, e poi rientra il venerdì sera".
Unico problema: la neve
Il problema di vivere in queste contrade montane, però, è che nessuno provvede alla pulizia delle strade in caso di nevicate e vista l’altitudine superiore ai mille metri sono abbastanza frequenti. "In effetti l’unico problema è la neve, ma ci siamo ormai attrezzati con le jeep – continua la donna -. Però per Aurelio, l’arrivo della neve è una vera festa perché la mattina, scende a valle con la slitta a prendere il pulmino per la scuola e la sera lo riporto io a casa con la jeep". A dare una mano alla famiglia c’è anche Domenico Svanotti: un super nonno che si divide tra lavoro in Svizzera e cura dei due nipotini in Italia.
Straordinaria quotidianità di vivere nella contrada di Musci a Torre Santa Maria
Tutto sembra estratto dalla storia di Heidi di Johanna Spyri. "Ci svegliamo alle 6, colazione naturale, preparo i bambini e porto Aurelio a scuola – spiega Roberta -. Poi preparo il pane e le pappe con le verdure dell’orto per Astrid". Ma c’è anche la cura degli animali: asini, pecore, capre e galline. "Non si tratta di animali comuni, ma di pro-specie rare come la gallina svizzera e la pecora alpina ciuta – spiega Mirco -. E, inoltre stiamo coltivando piante e frutti rari, tutte specie alpine che un tempo si usavano a certe altitudini perché resistenti agli sbalzi termici". A far da guardia ai Musci, poi, c’è anche il cane Otello, un Gran bovaro del bernese. Anche lui, pare uscito dal favoloso cartoon di Heidi.