Coronavirus: norme da rispettare per coltivare l'orto
Una tendenza che sta coinvolgendo sempre più persone. Ma è possibile farlo? E entro quali confini?
In quarantena si torna a coltivare l’orto sul balcone di casa ma anche fuori dal proprio Comune. Qualche chiarimento in merito a quello che è o non è consentito.
In quarantena si torna a coltivare l’orto
Non solo piante e fiori sui balconi per respirare l’aria della primavera, ma è boom anche per la coltivazione dell’orto in terrazzo per trascorrere giornate all’aperto nel rispetto delle regole e garantirsi una produzione casalinga di pomodori, zucchine e lattughe da utilizzare poi nelle lunghe giornate in cucina, insieme a basilico, rosmarino, salvia, timo e mentuccia fai da te. La tendenza che coinvolge già 6 cittadini su 10 e che è destinata ad aumentare, grazie alla riapertura di garden e vivai gestiti dai floricoltori dove, peraltro, è possibile per i cittadini acquistare sementi e piantine.
Passatempo da quarantena
Sono già migliaia, infatti, i “contadini amatoriali” che si sono reinventati un’attività che diventa anche passatempo nelle settimane dell’emergenza. A patto, ovviamente, di non oltrepassare il “confine di casa” e di applicare l’assoluto rispetto delle norme di sicurezza.
E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenzia una impennata degli acquisti di semi, piantine, fertilizzanti e strumenti domestici per la coltivazione in supermercati, mercati, punti vendita e vivai che in molti casi si sono organizzati anche per la vendita a domicilio, nel rispetto, naturalmente, dei chiarimenti del Governo e delle specifiche ordinanze regionali.
Gli orti fuori dal Comune di residenza
E per chi possiede un orto o un terreno fuori dal proprio comune di residenza? E’ possibile dedicarsi alla sua coltivazione? La risposta è: si! Seppur a condizioni molto precise. Ovvero che in quel terreno si rechi una persona per volta e per non più di una volta al giorno. Gli interventi, inoltre, devono consistere nelle “indispensabili operazioni colturali o di cura che la stagione impone” (vale anche per la cura degli animali) ed è necessario compilare un’autodichiarazione che attesti il possesso della superficie agricola produttiva effettivamente adibita a quella finalità.
Come si legge sul sito del Governo: La coltivazione del terreno per uso agricolo e l'attività diretta alla produzione per autoconsumo rientrano nel codice ATECO "0.1." e sono quindi consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito.
Stessa cosa anche per l’attività di allevamento degli animali è svolta a livello amatoriale con destinazione dei prodotti ricavati, all’autoconsumo familiare.
Attenzione però a non farsi prendere la mano…
Attenzione però, perché siamo ancora pur sempre in “quarantena”. Le restrizioni anti-coronavirus non consentono per esempio di muoversi per acquistare semi e piantine.
E’ ammessa la vendita e consegna a domicilio, ma non ci si può spostare, tant’è vero che i negozi di piante e fiori sono chiusi e la vendita è consentita solo nei negozi della grande distribuzione…