Situazione molto difficile

Covid in Valtellina: 96 nuovi ricoveri nell'ultima settimana

Oltre che nei reparti dedicati del Morelli, i malati sono ricoverati anche a Sondrio e a Morbegno.

Covid in Valtellina: 96 nuovi ricoveri nell'ultima settimana
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La situazione è stazionaria per quanto riguarda i pazienti covid-19 ma la pressione sugli ospedali della provincia di Sondrio non accenna a diminuire.

Al Morelli di Sondalo

Al Morelli, nei reparti dedicati del primo padiglione, sono ricoverati i malati che necessitano di cure specifiche, mentre in Ortopedia e in Chirurgia ci sono degenti con altre patologie ma positivi al coronavirus che richiedono un trattamento particolare con medici, infermieri e personale sociosanitario che devono indossare gli appositi dispositivi di protezione individuale.

Una decina di pazienti sono ricoverati a Sondrio in vari reparti, tra cui la Pediatria che ospita due bambini positivi, mentre a Morbegno, un reparto apposito accoglie i cosiddetti "paucisintomatici", ovvero pazienti in via di guarigione residenti nella Media e nella Bassa valle che vengono trasferiti da Sondalo. Attualmente i pazienti covid-19 sono 109, oltre a 18 paucisintomatici.

Al Morelli vengono curati gli acuti, tra cui due che stanno per essere trasferiti in Terapia intensiva in un ospedale di fuori provincia e almeno sei che per respirare necessitano del casco.

Quattro decessi

Nell'ultima settimana si sono registrati quattro decessi, che fanno salire a 38 il totale da settembre e a 18 nel solo 2022, e ben 96 nuovi ricoveri, dei quali la metà già dimessi. All'Ospedale Morelli il fine settimana è stato problematico per il susseguirsi di arrivi di nuovi pazienti.

Situazione molto difficile

≪La situazione è tuttora molto difficile - spiega il direttore generale Tommaso Saporito -: i numeri totali non sono aumentati ma purtroppo non diminuiscono neppure. Fornire una risposta al bisogno di cure di oltre cento pazienti covid-19, tra i quali molti in gravi condizioni, comporta un impegno straordinario da parte del nostro personale e delle nostre strutture in termini organizzativi.

Spiace constatare come, nonostante l'evidenza dell'efficacia del vaccino, vi siano ancora molte persone che lo rifiutano: i non vaccinati, che perlopiù si rivolgono a noi quando già si trovano in condizioni critiche, richiedono cure intensive che si protraggono per alcune settimane nella migliore delle ipotesi o addirittura devono essere trasferiti in Terapia intensiva in ospedali di fuori provincia.

Con l'inizio dell'anno siamo stati costretti a riorganizzare l'attività e ad accorpare reparti per destinare il personale ai reparti covid-19, garantendo sempre gli interventi urgenti ma causando qualche disagio a molti utenti.

L'auspicio è che l'aumento di nuovi vaccinati e la somministrazione della terza dose, uniti alla prudenza dei cittadini, migliorino lentamente la situazione≫.

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