Covid in Valtellina: continuano i ricoveri al Morelli
Nel giorno dell'ingresso in zona gialla la raccomandazione è di comportarsi prudentemente e di adottare le misure di sicurezza
La pressione sul Morelli, ospedale covid-19 della provincia di Sondrio, non accenna a diminuire quando sono trascorsi undici mesi dall'inizio della pandemia e cinque dal manifestarsi della seconda ondata, anzi, negli ultimi tre giorni, confermando la tendenza delle ultime settimane, si è registrato un aumento dei ricoverati, da 99 a 101.
27 ricoveri in tre giorni
Nonostante le dimissioni, oltre venti, c'è preoccupazione per il dato sui nuovi ricoveri: 27 in tre giorni, dopo i 30 dei quattro giorni precedenti, per un totale di 57 in una settimana. Da venerdì scorso a questa mattina ci sono stati tre decessi, due donne e un uomo, tutti nati negli anni Quaranta.
≪Ci troviamo in una situazione di modesta ma costante crescita - spiega la dottoressa Chiara Rebucci, responsabile dei reparti covid-19 -: i reparti per acuti sono saturi e abbiamo nuovi casi. Per quanto riguarda la circolazione del virus non siamo ai casi di novembre ma se si abbassa la soglia di attenzione i numeri potrebbero aumentare di molto e torneremmo a livelli difficilmente sostenibili, sia per chi opera in ospedale sia per tutti i cittadini. La raccomandazione è di continuare ad adottare le misure di sicurezza per contenere la diffusione del contagio≫.
Vaccino anti covid
Sul fronte delle vaccinazioni, prosegue l'impegno di Asst nella somministrazione della seconda dose alle categorie individuate dal ministero della Salute per questa prima fase, che si concluderà entro la fine della settimana.
Applicando rigidamente le prescrizioni nazionali e regionali sono stati vaccinati il personale di Asst e Ats nel suo complesso, i medici di medicina generale, il personale di Areu e delle Croci, compresi i volontari che si occupano di soccorso ed emergenza, il personale e gli ospiti delle Rsa, il personale di supporto che lavora negli ospedali, come gli addetti alle pulizie e i tecnici, gli studenti delle scuole per addetti sanitari.
Risulta evidente che tra il personale di Asst e Ats vi siano anche gli addetti agli sportelli e tutti coloro che si occupano di gestione, lo stesso accade nelle Rsa. Tutte queste persone, che, pur non essendo operatori sanitari, rientrano a pieno titolo nella prima fase di somministrazione, rappresentano il 16,4% del totale dei vaccinati, come già reso noto venerdì scorso.