L'epidemia

Covid in Vatellina, l'emergenza è legata alla carenza di personale sanitario

E' allarme per i positivi che violano la quarantena.

Covid in Vatellina, l'emergenza è legata alla carenza di personale sanitario
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Con la crescita del numero di ricoveri ospedalieri e la gestione di un sistema sanitario che garantisca la migliore assistenza alla popolazione, la provincia di Sondrio è di fronte oggi ad una forte carenza di personale sanitario, soprattutto medico ed infermieristico, al punto che attualmente i posti disponibili e assistiti presso il Presidio di Sondalo, sono ormai esauriti. Per ovviare a questa problematica si stanno mettendo in campo tutta una serie di azioni necessarie. Questo è quanto è emerso dal consueto incontro organizzato per fare il punto dell’andamento dell’epidemia da Covid-19 in Provincia di Sondrio, al quale hanno partecipato l’assessore regionale a Montagna, Enti locali e Piccoli Comuni, Massimo Sertori, il Presidente della Provincia di Sondrio, Elio Moretti, il Sindaco del Comune di Sondrio, Marco Scaramellini, il Direttore Generale dell'Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) della Valtellina e dell'Alto Lario, Tommaso Saporito, e il Direttore Generale dell’Agenzia di Tutela della Salute della Montagna (ATS), Lorella Cecconami.

Serve personale sanitario per aprire nuovi reparti

Mentre si cerca di organizzare una adeguata risposta territoriale, sussiste la necessità di attivare al terzo e quarto piano, unici fruibili, del sesto padiglione dell’Ospedale Morelli: 40 nuovi posti letto per assistere i pazienti con sintomi lievi. Per fare questo, c’è bisogno di reperire 16 figure professionali, tra OSA e OSS, da impiegare con urgenza. A partire da questa settimana si procederà inoltre con la riorganizzazione delle aree del Presidio di Sondalo afferente al Dipartimento di Medicina, per assegnare il personale ai reparti Covid. L’ASST ha aperto una manifestazione di interesse per la formazione di elenchi di operatori sanitari disponibili a prestare attività assistenziale finalizzata alle esigenze straordinarie derivanti dalla diffusione del Covid-19. Sette laureandi in infermieristica potrebbero essere operativi nel giro di un mese, pronti a fare la propria parte per combattere il virus. Inoltre è stato rivolto un accorato appello a medici e infermieri in pensione affinché diano la loro disponibilità. Queste le azioni intraprese per implementare i posti letto assistiti per le persone che, contratto il virus, hanno necessità di ospedalizzazione, dall’altra parte si guarda con molta attenzione ai provvedimenti restrittivi atti a fermare la diffusione del virus. Se le misure di contenimento non dovessero avere l’efficacia sperata, le riorganizzazioni messe in campo potrebbero non essere sufficienti e quindi bisognerà pensare ad ulteriori soluzioni di assistenza, sia in provincia che fuori.

Potenziato il laboratorio per i tamponi

Al momento in provincia di Sondrio ci sono 4 USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) accreditate allo svolgimento di attività domiciliari per i pazienti Covid-19 e si è superata la soglia di 800 tamponi al giorno, efficientando la comunicazione dell’esito: l’Ats da una settimana infatti si avvale di un nuovo laboratorio per processare i tamponi, in grado di comunicare il risultato entro 24 ore attraverso e-mail o messaggio telefonico. Nei prossimi giorni saranno inoltre disponibili tre squadre messe a disposizioni dall’esercito (ogni squadra composta da due infermieri ed un medico) che supporteranno il territorio per l’esecuzione dei tamponi. Oggi in provincia di Sondrio si rileva che il maggior numero di casi positivi si concentra in Alta Valtellina ma, purtroppo, questo virus ci ha già dimostrato di essere subdolo e contagioso, a tal punto che in pochi giorni può cambiare lo scenario. Il comportamento responsabile che la maggior parte dei cittadini stanno dimostrando, può aiutare a vincere questa guerra che è di tutti.

L'allarme per i positivi che violano la quarantena

Tuttavia, a fronte di un numero elevato di positivi, effettuare il tracciamento è sempre più difficile e la mole di lavoro aumenta. A questo si aggiunge una forte preoccupazione per le segnalazioni di soggetti positivi al tampone, spesso asintomatici, che non rispettano le misure di isolamento e la preoccupazione per l’andamento esponenziale dei contagi registrato soprattutto dopo l’apertura delle scuole. Anche se l’edificio scolastico in sè non rappresenta un cluster di contagi, favoriscono una maggiore circolazione del virus la socializzazione dei ragazzi al di fuori delle scuole, gli spostamenti utilizzando il trasporto pubblico locale e quindi i successivi contatti in famiglia.

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