Divieto di transito nell’oasi di Pian di Gembro, adesso i proprietari sono furenti
Blocco al passaggio delle auto nella zona della torbiera, ma chi ha le baite da curare paga le tasse senza avere servizi.
Acquedotto inesistente, assenza del ritiro rifiuti, fognatura mai effettuata, strada che raggiunge la parte alta dell’anello mai pulita durante la stagione invernale in modo da rendere tutte quelle baite totalmente inutilizzabili per almeno sei mesi l’anno. Tutto questo a fronte di Imu che va pagata regolarmente per tutto l’anno, così come la Tari, così come gli approvvigionamenti di acqua che vanno fatti in proprio. E come se non bastassero questi disagi da qualche anno ci si è messa la fantomatica Riserva naturale a complicare le cose a chi possiede una casa nella zona - soprattutto quella alta - di Pian Gembro. Dall’inizio dell’estate la Comunità montana ha introdotto un nuovo divieto di passaggio nel tratto che dalla strada di Santa Cristina entra in Riserva, con tanto di sbarre e telecamere. Di fatto obbligando i proprietari di case che salgono da Villa a effettuare il giro fino alla cima del Santa Cristina per poi scendere fino all’imbocco in Pian Gembro che si incontra salendo da Aprica, con non poche difficoltà anche solo di manovra.
Turismo
Tutto questo per favorire ignari turisti che effettuano a piedi i quattro passi dell’anello che contraddistingue la Riserva e che guardano con occhi insanguinati di odio il proprietario che transita con la sua autovettura magari per portare alla propria baita generi di prima necessità. Se si trasgredisce a questo divieto non avendo il permesso c’è la multa. Anche se il Comune tempo fa aveva emesso dei lasciapassare per i proprietari, che sono ancora validi, le guardie ecologiche sono pronte a multare in caso di mancato possesso del lasciapassare e comunque è necessario sempre scendere dall’auto per aprire e chiudere i due cancelli. Beh, pare sia ora di finirla, secondo i proprietari. La Riserva non è certo tenuta come un modello naturalistico in stile engadinese, tutt’altro, con boschi mai curati e ormai divenuti impraticabili. E a fronte di un degrado totale cui il privato può solo metterci - anche in questo caso - del suo, da sempre viene vessato in nome di un ambientalismo che di fatto non esiste. Verrebbe da dire, puliscano il bosco, rendano vivibile il bellissimo lago - in accordo col proprietario - invece di cercare sempre più di fare cassa sui pochi proprietari che ancora tengono in vita quell’area alpina di indubbio pregio. E qui i chiamati in causa sono sia il Comune di Villa sia la Comunità montana.
Sindaco
Abbiamo sentito il sindaco di Villa Franco Marantelli, visto che la Cm si trincera sempre dietro la Riserva naturale. "Sappiamo che nei progetti Secam c’è la realizzazione dell’acquedotto in Pian Gembro nel 2024 e caldeggeremo questi lavori. Riguardo la strada i proprietari delle baite possono transitare, basta avere il permesso. Non nego il disagio e sarei d’accordo anche sul sistemare tutto l’anello anche in inverno, ma purtroppo ci sono vincoli imposti da Cm e Riserva". Insomma, speranze e promesse, ma certamente i proprietari di baite in Pian Gembro sono i più penalizzati del paese e forse dell’intera Valle.