Due nuovi appuntamenti a Spazio Centrale

Due nuovi appuntamenti a Spazio Centrale
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Grande teatro.

Due nuovi appuntamenti a Spazio Centrale

Dopo aver portato lo scorso anno lo spettacolo "L'uomo che sognava gli struzzi", l'attore Fabrizio Passerotti torna a Spazio Centrale, il teatro di Enel Green Power ricavato alla centrale idroelettrica Mallero ad Arquino, sopra Sondrio, con un nuovo lavoro. “Samuele su ‘r bandìu” è il titolo del monologo scritto da Giuseppe (Bepi) Vigna che, giovedì 30 gennaio (alle 21), sarà portato in scena con la regia di Giulia D'Agostini. Un'anima tormentata si aggira al centro dello spazio scenico, confinata in una simbolica gabbia che si concretizza sulla scena in una cornice rosso sangue adagiata al suolo. All’ interno di questa gabbia si racconta il fu’ bandito Samuele Stochino, detto anche “La Tigre d’Ogliastra”, uno fra i più temuti banditi sardi d’inizio Novecento. I ricordi, incalzanti e carichi di emotività, affiorando portano alla scoperta di quest’uomo e della sua disperata e difficile vita che lo trova a tratti vittima e a tratti carnefice, in una spietata Sardegna che nulla perdona.

Sabato prossimo

Sabato 1° febbraio alle 17, invece, approda a Spazio Centrale un altro nuovo lavoro: quello della compagnia InauDita della Valposchiavo, ovvero “Ursin” di e con Chiara Balsarini. Risale al 1945 la prima edizione di “Uorsin”, o Schellen-Ursli in tedesco, racconto scritto da Selina Chönz e illustrato da Alois Carigiet. Negli anni il volume è entrato a far parte dei libri illustrati per l'infanzia più importanti del XX secolo. Tradotto in diverse lingue questo libro è ormai diventato un classico della narrativa in Svizzera e all'estero. Il racconto, ambientato in un piccolo villaggio engadinese, narra le vicende del piccolo Ursli. Siamo alle porte del “Chalandamarz”, festa tradizionale dove ogni anno, il primo marzo, i bambini percorrono le strade dei paesi scacciando l'inverno al suono di campanacci. Anche Ursli si prepara per la festa, certo di poter partecipare al fianco dei ragazzi grandi che sfilano suonando i campanacci più grossi, ma in sorte gli tocca la campanella più piccola. Qui inizia l'avventura di Ursli, che, per paura di essere preso in giro dagli altri ragazzi, decide di andare a cercare un campanaccio più grande.

Il finale

Un lieto fine conclude il racconto dai temi profondi come la determinazione e il coraggio, la relazione verso i genitori e il senso di appartenenza ad un gruppo. Lo sguardo ammirato di un'amica di Ursin racconta la storia di “Una campana per Ursli” mentre scorreranno, come in un album di fotografie, aneddoti legati alla vita quotidiana dei piccoli villaggi di montagna nell'arco alpino risalenti alla metà del secolo scorso. Accompagneranno il monologo musiche del compositore brusiese Remigio Nussio. La regia è di Egidia Bruno e Chiara Balsarini, assistenza alla regia e tecnica di Begoña Feijoó Fariña, scene e costumi di Anna Capelli e disegno luci di Maurizio Natali.

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