Festa di Sant'Antonio, "ci sono meno animali ma la tradizione è ancora viva"

A Regoledo mercoledì 17 gennaio è stata celebrata la ricorrenza con la messa e la benedizione degli animali sul sagrato della chiesa Tra passato e presente si è festeggiato Sant’Antonio

Festa di Sant'Antonio, "ci sono meno animali ma la tradizione è ancora viva"
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"Quando ero bambino io la piazza davanti alla chiesa si riempiva di animali, soprattutto mucche, era una grande festa per tutti, ci veniva tutto il paese. Ora di mucche qui non ne alleviamo più, ma la tradizione per noi è ancora importante e ci piace comunque festeggiare il nostro patrono". Queste le parole di Giuseppe Bongiolatti fuori dalla chiesa di Regoledo di Berbenno la mattina del 17 gennaio mentre all'interno si sta svolgendo la messa per celebrare Sant'Antonio Abate, protettore degli animali.

Ogni famiglia aveva almeno una mucca, ora non più

«Negli anni Sessanta e Settanta ogni famiglia aveva almeno una mucca, i ricchi ne avevano addirittura più di sette, tutti portavano il latte alla latteria sociale - ricorda il signor Giuseppe che ormai ha i capelli e i baffi bianchi - Ricevere la benedizione era fondamentale, adesso la latteria non c’è più e di animali non se ne vedono tanti, arrivano soprattutto quelli da compagnia ma c'è sempre molta gente che viene».

Festa di Sant'Antonio a Regoledo di Berbenno

Intanto gli amici dell'associazione alpini di Berbenno hanno allestito un ricco buffet di prodotti locali pronti ad accogliere i fedeli che arriveranno al termine della cerimonia. A celebrare ci sono don Feliciano, don Annino e don Piero. Infine i sacerdoti escono seguiti da una discreta folla di fedeli. Ogni animale presente riceve la benedizione insieme al suo padrone alla quale viene consegnata anche un'immagine sacra del Santo. Nel piazzale si vedono soprattutto cani, qualche cavallo, un mulo e due caprette addobbate a festa.

Cowboy da San Pietro

Ci sono anche due cow boy e una cow girl, papà Armando Vattolo insieme alla moglie Rosy Peregrini e il figlio Luca. Arrivano da San Pietro e sono una famiglia di appassionati cavallerizzi, fanno tutt'altro nella vita ma la cura degli animali è per loro una priorità. «Ci piace fare passeggiate e stare in loro compagnia, occuparci di loro ci dà molte soddisfazioni» raccontano presentando con orgoglio i tre belli esemplari di razza quarter horse dell'età di 10, 11 e 15 anni. La mattinata è continuata tra una fetta di salame, un assaggio di formaggio e un po’ di vino. La celebrazione di Sant'Antonio si è spostata nelle stalle dove i sacerdoti nel pomeriggio si sono recati per benedire gli allevamenti.

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