L'intervento

Frane e alluvioni, una minaccia per il territorio con il clima che cambia

Coldiretti rivendica il ruolo dell'agricoltura nel preservare il territorio dopo gli smottamenti in Valchiavenna

Frane e alluvioni, una  minaccia per il territorio con il clima che cambia
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Le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono su un territorio reso fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con più di nove comuni su dieci a rischio per frane o alluvioni, una percentuale che in provincia di Sondrio è ancora più incisiva. E’ quanto afferma la Coldiretti provinciale in riferimento agli ultimi fenomeni di dissesto idrogeologico che si sono verificati sul territorio, ultimo in ordine di tempo l’episodio a Villa di Chiavenna.

Frane, Coldiretti: "L'agricoltura presidia il territorio"

Silvia Marchesini, presidente Coldiretti Sondrio: “L’agricoltura è a presidio del territorio, ma poco si può fare contro cambiamenti climatici di portata gigantesca, che interessano tutto il pianeta e si fanno ancor più incisivi nelle aree montane e alpine, dove l’equilibrio è ancor più delicato. Certamente è necessario incentivare l’attività agricola che, anzi, è minacciata in primis dalle conseguenze di un clima impazzito”. Sono saliti a 7275 i comuni – sottolinea la Coldiretti – con parte del territorio in pericolo di dissesto idrogeologico in Italia. Il risultato è che  sono 7 milioni gli italiani che vivono in aree a rischio frane, alluvioni ed esondazioni di fiumi in una situazione di incertezza determinata dall’andamento meteorologico che condiziona la vita e il lavoro.

Territorio più fragile per la cementificazione

A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre un quarto della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari. Per questo – continua la Coldiretti provinciale – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne.

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