Grazie a inferimieri e operatori, con i malati fino all'ultimo istante di vita
Accanto ai medici lavorano oltre 250 fra infermieri, operatori sociosanitari e assistenziali che rispondono ai bisogni di cura e affetto dei pazienti
Al Morelli ospedale covid-19, accanto ai medici, operano oltre 250 addetti fra infermieri, operatori delle professioni sanitarie, operatori sociosanitari e assistenziali. Un'organizzazione che deve essere rivista ogni giorno, con grande flessibilità, in considerazione del numero dei pazienti ricoverati, della distribuzione nei reparti e della complessità clinica di ciascuno. A rotazione sui diversi turni sono 177 gli infermieri impegnati nei reparti covid-19, oltre a 80 operatori sociosanitari e assistenziali.
Difficile da trattare
≪Le difficoltà nel trattare questa malattia risiedono nell'instabilità clinica dei pazienti che determina complessità di cura e assistenziale - spiega Tonino Trinca Colonel, dirigente delle professioni sanitarie infermieristiche -. Ci troviamo ad affrontare una pandemia, quindi i bisogni assistenziali sono complicati dalla presenza di un virus contagioso, perché l'uso delle bardature, come sovracamici e scafandri, e dei dispositivi di protezione individuale limita il supporto relazionale, normalmente fatto di gesti, carezze e di sorrisi, rimane lo sguardo che diventa fondamentale per rassicurare il paziente≫.
177 inferimieri
Per formare il gruppo dei 177 infermieri impegnati al Morelli sono stati selezionati quelli con precedenti esperienze nella terapia intensiva, semintensiva respiratoria e in pneumologia, quelli in possesso di competenze specifiche, gli strumentisti già abituati a lavorare in un ambiente critico qual è la sala operatoria: tutti si sono messi a disposizione. Sono tanti gli infermieri che volontariamente hanno scelto di spostarsi a Sondalo dagli ospedali di Sondrio e di Chiavenna e dagli altri Presidi territoriali. L'80% è rappresentato da donne e vi sono valtellinesi e valchiavennaschi ma anche molti provenienti da fuori provincia. ≪Non ci sono state esitazioni e nessuno si è tirato indietro - sottolinea con orgoglio Trinca Colonel -, anzi, molti si sono proposti per lavorare nei reparti covid-19: con grande senso di responsabilità hanno messo a disposizione la loro esperienza e le loro competenze, seguendo la formazione e producendo uno sforzo straordinario, soprattutto nelle prime settimane. Dobbiamo ringraziarli tutti, infermieri, operatori sociosanitari e assistenziali, per come si sono dedicati ai malati, rispondendo al bisogno di cura e di affetto, sopperendo alla lontananza dei familiari≫.
Fino all'ultimo istante di vita
La testimonianza diretta è di Cristiana Franzini, valtellinese di Grosio, caposala della Terapia intensiva covid-19 dall'inizio di marzo, ma che conosce a fondo il reparto dove lavora dal 1992: ≪Questa emergenza sanitaria ha unito le persone fuori ma anche dentro l'ospedale - spiega -: noi operatori abbiamo fatto gruppo lavorando come una squadra. Abbiamo assunto tutte le precauzioni, osservato i protocolli e tra di noi nessuno è stato contagiato. Come infermieri abbiamo cercato di compensare la lontananza dai parenti facilitando telefonate e videochiamate non appena le condizioni lo consentivano. L'esperienza più toccante, devastante dal punto di vista umano, è la morte in solitudine a cui questa malattia ha obbligato: noi siamo stati sempre presenti, vicini ai pazienti fino all'ultimo istante di vita≫.
Responsabili e coordinatori
Il dirigente Trinca Colonel guida infermieri e operatori sociosanitari e assistenziali attraverso diversi collaboratori: Lucia Strambini è la responsabile dell'Ufficio infermieristico di Sondalo. I coordinatori dei reparti covid-19 sono Cristiana Franzini, Ada Ferrari, Noris Partesana, Beatrice Arighi, Anna Da Prada, Laura Pruneri, Nicoletta Sassella, Eleonora Strapazzon, Carla Menini, Paola Parolini, Fabrizio Gammino e Monica Mozzi. Oltre ai tecnici di radiologia coordinati da Davide Mazza.