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"Il coronavirus sta rubando i nonni ai nipoti"

Le riflessioni di Graziano Murada davanti ai tanti decessi che caratterizzano l'eergenza sanitaria che stiamo vivendo.

"Il coronavirus sta rubando i nonni ai nipoti"
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Ad Albosaggia si è registrato il primo decesso di una persona positiva al coronavirus, si tratta di un uomo che era ricoverato in ospedale e che presentava già altre patologie che ne aggravavano la condizione fisica. A comunicarlo è il Sindaco Graziano Murada che tramite la pagina Facebook InformAlbosaggia porge le sentite condoglianze alla famiglia in questo triste momento e coglie anche l'occasione per raccomandare ai concittadini di continuare i comportamenti indicati per limitare il contagio come quello di indossare la mascherina quando si esce. Infine Murada esprime alcune importanti riflessioni.

 

 

Il coronavirus sta rubando i nonni ai nipoti

Ieri sera il virus ha “portato via" ad una amica di mia figlia il nonno. Questo lutto, letto negli occhi di mia figlia, mi ha portato ad alcune riflessioni che voglio condividere con Voi. Questa pandemia sta letteralmente rubando i nonni ai nipoti. Sta spogliando i paesi della memoria. Questa silenziosa primavera si è trasformata nell'inverno degli anziani. Quello scrigno di ricordi custoditi dai nostri nonni, hanno preso il volo insieme a loro, rendendoci, in un batter di ciglia, più poveri.

Depredati della storia

Mancheranno, non solo quegli abbracci di cui sono capaci solo i nonni e che i nipoti conoscono bene, ma è venuto meno quel rifugio di conforto dove ogni nipote, almeno una volta nella vita, si è abbandonato. Questa maledetta primavera ci ha depredato della storia che loro custodivano e di quell'umile sapere che solo i nonni sanno seminare dentro i cuori dei nipoti.

Tramonto della vita

Per questo voglio dedicare a tutti i nonni queste poche righe che avevo scritto per mia mia nonna nel periodo del suo tramonto.

Le mani della nonna

Solo le sue mani sono rimaste quelle di una volta: la sua figura si è fatta più esile, incurvata sotto il peso degli anni. Come se il tempo fosse uno scultore che toglie, anno dopo anno, qualche pezzo dalla sua opera. Il corpo ormai sembra quello di una bambina, della bambina che fu. Anche i pensieri si son fatti piccoli, piccoli.

Le mani sono rimaste a certificare gli anni, sembrando sproporzionate rispetto alla fragilità dell’immagine. Mani callose di chi durante la sua esistenza le ha immerse migliaia di volte nella nuda terra. L’humus, crema antica, le h plasmate e preparate, non per un concorso di bellezza, ma per quello della vita. Quella donna alla quale, troppo spesso, faccio mancare la mia visita è stata, in tempi lontani, il mio rifugio, il mio tetto, la mia insegnate.

Ora la sua gracilità certifica anche la mia precarietà.

Nella corsa della vita, ha camminato accanto a gioie e dolori, ha superato ostacoli fatti di stanchezza, ha pregato e pianto davanti all'altare della sofferenza, ma ha sempre guardato al futuro con gli occhi della serenità. Oggi aspetta la chiamata che la porterà verso il riposo dei giusti.
Perché ne sono verto che qual giorno che si presenterà di fronte al Padre, basterà che mostri le sue mani per avrà in premio la felicità eterna.

Il sindaco
Graziano Murada

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