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Lago inquinato: ecco i punti da evitare

Maglia nera a Lecco alla foce del torrente Caldone e al Comune di Mandello del Lario alla foce del torrente Meria.

Lago inquinato: ecco i punti da evitare
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Sono stati dieci i punti monitorati quest’anno dalla Goletta dei Laghi nelle acque del Lario e sottoposti ad analisi microbiologiche. Ne da notizia il portale GiornalediLecco.it.

Le analisi della Goletta dei Laghi

Quattro di questi si trovano sulla sponda comasca, di cui uno è risultato fortemente inquinato, mentre i restanti sei su quella lecchese di cui due sono risultati inquinati e due fortemente inquinati. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva nei laghi. È questa, in sintesi, la fotografia scattata nella seconda tappa lombarda lungo le sponde del Lario (Lago di Como) da un team di tecnici e volontari di Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute dei bacini lacustri italiani.“Con le analisi della Goletta dei Laghi vogliamo mettere in luce situazioni critiche che sfuggono ai controlli tradizionali – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Anche quest’anno sono le foci dei fiumi e dei torrenti, gli scarichi e le canalizzazioni che sboccano a lago i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, dovuta spesso all’insufficiente depurazione degli scarichi civili. Situazioni spesso cronicizzate che devono essere affrontare con urgenza, per garantire che la qualità dell’acqua sia all’altezza degli standard imposti dalle Direttive Europee e delle aspettative di residenti e turisti. Se vogliamo preservare i nostri laghi, l’azione delle amministrazioni e dei cittadini deve andare nella stessa direzione, ossia verso una migliore efficienza degli impianti di depurazione, e una maggiore diffusione di stili di vita più sostenibili”.

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I punti più inquinati del nostro lago

È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri laghi, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo lungo le sponde dei nostri laghi, rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano nei bacini lacustri. Il monitoraggio delle acque in questo lago lombardo è stato eseguito gli scorsi 6 e 7 luglio dai volontari dell’associazione.

I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.

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La sponda lecchese

Sulla sponda lecchese torna anche qui ad essere giudicato “inquinato” il punto presso la foce del torrente Inganna nel Comune di Colico, fuori dai limiti fino al 2015, poi entro i limiti tra il 2016 e il 2017 e non più monitorato dalla Goletta dei Laghi fino a quest’anno, perché si ipotizzava fosse una situazione risolta. Stesso discorso per il punto presso la foce del torrente Meria, nel Comune di Mandello del Lario, tornato ad essere giudicato come “fortemente inquinato” dopo anni. Entrambe situazioni che meritano un approfondimento.

“Fortemente inquinato” anche il punto alla foce del torrente Caldone, nel Comune di Lecco, sul lungolago, con una lunga storia di criticità in base alle nostre analisi e che solo l’anno scorso era rientrato nei limiti di legge.

“Inquinato” anche il punto alla foce del torrente Gallavesa nel Comune di Vercurago, inserito nel 2017 nei monitoraggi grazie alla segnalazione del Circolo di Legambiente Lecco e che va tenuto sotto controllo come dimostra il giudizio di quest’anno e quelli del 2017 e 2018 in cui era risultato “fortemente inquinato”.

Tra questi punti, in quello alla foce del Torrente Meria, come detto sopra risultato “fortemente inquinato”, è permessa la balneazione, secondo il Portale Acque del Ministero della Salute.

La sponda comasca

Sulla sponda comasca torna ad essere “fortemente inquinato” il punto alla foce del torrente Cosia in località Giardini a Lago nel Comune di Como, mentre sono risultati dentro i limiti di legge gli altri punti.

“Preoccupa ancora lo scarico del torrente Cosia a Como, ai Giardini a Lago nel primo bacino” dichiara Enzo Tiso del Circolo Legambiente di Como. “Le elevate concentrazioni di inquinanti di origine fognaria rilevate – continua Tiso – non rappresentano sicuramente un fenomeno occasionale considerate le frequenti segnalazioni di schiume, colorazioni anomale o rifiuti nell’alveo del torrente, sia presso la foce dopo l’immissione delle acque del depuratore sia nel tratto più a monte compreso il corso del suo affluente che percorre la Valmulini. Recentemente nel primo bacino sono state segnalate morie di pesci, facendo ipotizzare un inquinamento anche di natura chimica. Le fognature della città di Como, notoriamente soggette a guasti e rotture, sono ancora a gestione comunale. Ci auguriamo che si giunga presto ad una gestione unica del sistema fognario cittadino e del depuratore, ancora in carico a Como Depur, per mettere a punto una seria e tempestiva azione di risanamento e ammodernamento degli impianti, per migliorare la qualità delle acque, non solo visiva, di questa importante e frequentatissima porzione di lago”.

 

Costanza Panella, coordinatrice dei circoli Legambiente del lecchese

“I risultati delle analisi sul ramo di Lecco segnalano un passo indietro rispetto allo scorso anno – dichiara Costanza Panella, coordinatrice dei circoli Legambiente del lecchese -. Messi a confronto con i dati storici, confermano innanzitutto la necessità di intervenire in modo efficace sugli scarichi nel fiume Caldone a Lecco, la cui foce è risultata fortemente inquinata per sette anni consecutivi, ed evidenziano che la depurazione è ancora lontana dal raggiungere un livello soddisfacente sulla foce del fiume Meria a Mandello del Lario, del torrente Inganna a Colico, dell’Esino a Perledo, del Gallavesa a Vercurago.

I prelievi e le analisi di Goletta dei Laghi vengono eseguiti da tecnici e volontari di Legambiente. L’ufficio scientifico dell’associazione si è occupato della loro formazione e del loro coordinamento, individuando laboratori certificati sul territorio. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli).

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