L'Asst lancia l'allarme per chi russa

Nell'Asst lariana un gruppo multidisciplinare per curare chi russa.

L'Asst lancia l'allarme per chi russa
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Chi russa può avere seri problemi di salute. Durante il sonno, infatti, se la respirazione si interrompe una o più volte oppure è eccessivamente rallentata, l’organismo immagazzina meno ossigeno e il riposo è compromesso con comparsa, tra l’altro, di sonnolenza diurna, cefalea, astenia, riduzione della memoria, difficoltà di concentrazione, rallentamento dei tempi di reazione, decadimento delle funzioni psico-cognitive, difficoltà a svolgere il proprio lavoro.

Il tuo partner russa? Potrebbe avere problemi di salute

Come riporta il portale www.giornaledicomo.it Si tratta della sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osas), al Sant’Anna studiate e curate da un Goip (Gruppo operativo interdipartimentale permanente), costituito da specialisti in pneumologia, chirurgia maxillo-facciale, otorinolaringoiatria, odontoiatria, medicina legale oltre che da psicologi e nutrizionisti. In questo modo l’Azienda comasca offre un percorso multidisciplinare completo, che coinvolge il Poliambulatorio di via Napoleona con la Medicina Toracica e gli ospedali Sant’Anna e Sant’Antonio Abate, e una serie di servizi integrati tra area sanitaria e area socio-sanitaria e certificativa. “Diagnosticare le apnee e trattarle è molto importante – spiega Antonio Paddeu, primario della Riabilitazione Cardiorespiratoria dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù – perché il paziente, se la problematica non è compensata, può essere soggetto a colpi di sonno durante la guida, ha ridotte capacità di concentrazione e di reazione al pericolo. Il nostro gruppo di lavoro si basa su un’esperienza ventennale che prevede visite collegiali e mi risulta che sia l’unico in Italia”. Per questa problematica nell’Asst Lariana vengono presi in carico ogni anno circa 1.300 pazienti ambulatoriali. A questi se  ne aggiungono altri 100ricoverati in vari reparti. Vengono anche effettuati 3.100 monitoraggi saturimetrici notturni al domicilio.

Si rischiano incidenti stradali

L’Osas è oggi riconosciuta come una delle cause più frequenti di eccessiva sonnolenza diurna (Excessive Daytime Sleepiness – EDS) e come fattore o cofattore determinante o favorente in un rilevante numero di incidenti stradali e lavorativi. I fattori di rischio che predispongono le persone a soffrirne sono le alterazioni anatomo-funzionali delle prime vie aeree superiori, l’obesità, il tabagismo, consumo di alcol, l’età, il sesso e la menopausa.  “La maggior parte dei pazienti – prosegue Paddeu – viene inviata dai medici di famiglia solo perché costretti dal partner a fare accertamenti. Altri pazienti vengono inviati dagli specialisti. Principalmente dagli otorini, poi dai cardiologi e dal Centro Ipertensione, dai medici nutrizionisti e dai chirurghi bariatrici. Infine, seguiamo quelli  inviati dalla Commissione Patenti Speciali dell’Asst”.

I dati

Secondo recenti stime, la sindrome riguarda oltre 12 milioni di italiani fra i 40 e gli 85 anni, pari a circa il 50% degli uomini e il 23% delle donne, ma solo circa il 20% ne è consapevole. Le ripercussioni sulla guida sono pesantissime. “Non dormire di notte può uccidere di giorno perché dopo un riposo così frammentato si è inevitabilmente stanchi, assonnati, incapaci di concentrarsi, con pesanti rischi alla guida: due secondi di disattenzione a 50 km/h equivalgono a 28 metri a occhi chiusi”, sottolinea Paddeu. Un autorevole studio attribuisce ai colpi di sonno riconducibili alla sindrome delle apnee il 7% dei 175.791 incidenti stradali registrati nel 2017 in Italia, pari a circa 12.305 sinistri che provocano 250 morti e oltre 12.000 feriti all’anno (Fonte: Aci 2018).

La diagnosi 

La diagnosi si basa sull’individuazione degli episodi di apnea-ipopnea che si possono verificare per ora di sonno mediante monitoraggio cardiorespiratorio completo, abbinato eventualmente a polisonnografia. Quest’ultima è utilizzata nei casi di difficile diagnosi, di difficile interpretazione, di particolare gravità clinica caratterizzati da una complessa comorbilità.

La terapia

La scelta terapeutica deve essere il frutto di una concorde valutazione da parte degli specialisti coinvolti nel servizio ambulatoriale specialistico per la gestione e presa in carico dei casi di Osas e deve tener conto dell’accettazione e dell’aderenza del paziente. Le cure principali sono rappresentate da un programma educazionale e terapia comportamentale (ad esempio, controllo del peso corporeo), dal trattamento con pressione positiva continua (Positive Airway Pressure – PAP) che prevede la somministrazione di ossigeno tramite una mascherina, da dispositivi odontoiatrici di avanzamento mandibolare, dalla chirurgia otorinolaringoiatrica o maxillo-facciale. I pazienti a cui è stata prescritta la mascherina sono stati nel 2017 1.560.

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