L'Italia chiamò: rievocazione storica al Forte di Oga

Ci sarà anche la visita guidata.

L'Italia chiamò: rievocazione storica al Forte di Oga
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Domenica prossima.

L'Italia chiamò: rievocazione storica al Forte di Oga

Domenica dalle 14.00 alle 17.00 presso il Forte di Oga in Valdisotto si terrà una piccola rievocazione storica degli accadimenti che segnarono la fine della Prima Guerra Mondiale grazie alla partecipazione di alcuni soldati (comparse) vestiti in uniforme d'epoca. Alle ore 15.00 ci sarà anche una visita guidata gratuita del Forte Venini di Oga.

La storia

Il Forte di Oga, dedicato al Capitano Valtellinese Corrado Venini, Medaglia d’Oro al Valor Militare, ha rappresentato per molti anni, in special modo durante il primo conflitto mondiale, una risorsa strategica di fondamentale importanza. Voluto fortemente dal Consiglio Superiore della Difesa, venne ultimato poco prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, nell’anno 1914. Venne attrezzato con quattro cannoni a lunga gittata (circa 13 km) che potevano ruotare e difendere tutti i passi e i valichi potenzialmente soggetti al pericolo austriaco, colpendo obiettivi al Passo del Foscagno, alle Bocchette di Pedenolo, al Passo delle Torri di Fraele, allo Stelvio e in Valfurva. Era compito delle vedette italiane appostate sui crinali prospicenti comunicare al comando del Forte gli obiettivi su cui fare fuoco. A queste segnalazioni seguiva una serie di verifiche sull’esattezza della traiettoria che prevedeva l’ausilio di traccianti e una stretta collaborazione tra comando e postazioni dislocate sul territorio.

La struttura

La guarnigione che poteva ospitare fino a 80 uomini era autonoma sotto tutti gli aspetti. Disponeva di riserve di munizioni stipate negli innumerevoli magazzini presenti, di una solida polveriera, di risorse alimentari e idriche sufficienti a permettere un mese di assedio e addirittura di un grosso motore diesel che forniva la corrente necessaria per illuminare l’intera struttura. Le difese esterne quali il fossato, i reticolati, l’imponente vallo, le torrette corazzate a scomparsa e il ponte a scorrimento, unite alla solida struttura delle mura in granito e delle porte e finestre in spessa lamiera, rendevano la fortezza praticamente inespugnabile. Il Forte continuò ininterrottamente la sua attività fino al 1958. Venne poi dismesso e conobbe quasi mezzo secolo di abbandono. Nel 2003 un importante restauro lo ha restituito alla collettività e nell’autunno del 2014 passa ufficialmente sotto la tutela e proprietà del Comune di Valdisotto che ne cura lo sviluppo e la valorizzazione.

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