Indagini in corso

Lupo ucciso a fucilate: bracconaggio nel Parco dello Stelvio

"Il grave gesto, oltre che inutile dal punto di vista ecologico, non ha giustificazione alcuna" dichiara il direttore del Parco Franco Claretti

Lupo ucciso a fucilate: bracconaggio nel Parco dello Stelvio
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Domenica 19 febbraio 2023, su segnalazione ai carabinieri forestali, intervenuti prontamente, è stata rinvenuta la  carcassa di un lupo in località Pradaccio, Comune di Valfurva, nel Parco dello Stelvio.

Ucciso a fucilate

Sul corpo dell’animale, trovato  a bordo strada presso il trivio che porta in località Presure, sono stati rinvenuti il foro di entrata e di uscita di un  proiettile di grosso calibro, chiaro segno che la morte dell’animale è avvenuta in seguito a colpo di arma da fuoco.  Si tratta del primo caso noto di bracconaggio di un lupo per il Parco Nazionale dello Stelvio.

 

La carcassa del Lupo è stata sequestrata dalle autorità competenti ed è a disposizione per i dovuti accertamenti.  La causa della morte dell’animale è stata confermata dai veterinari dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di  Sondrio, dove l’animale è stato portato per riscontri nella mattina di lunedì. Secondo i veterinari si tratta di un  esemplare maschio di circa 2 anni che era in buone condizioni fisiche, come testimoniato dal suo peso.

Il lupo nel Parco Nazionale dello Stelvio

Il lupo nel Parco Nazionale dello Stelvio è presente con un branco, accertato da tempo dai ricercatori del Parco,  nella zona situata tra il passo del Gavia e il Passo del Tonale e con due individui segnalati in quest’ultimo periodo  nella zona di Cancano. Da tempo singoli soggetti in dispersione transitano tra la Valfurva e Bormio e nello scorso  anno i passaggi e i periodi di permanenza sono diventati più frequenti.

“La rapidità del ritorno spontaneo del lupo  che negli ultimi anni ha visto questa specie ripopolare aree della Penisola da tempo prive della sua presenza, lascia  pensare” sostiene Luca Corlatti, ricercatore del settore lombardo del Parco Nazionale dello Stelvio “che nei prossimi  anni la sua presenza aumenterà anche nel settore lombardo del Parco dello Stelvio, date le buone condizioni  dell’habitat, in termini di spazio e di prede selvatiche disponibili”.

“Ma ancor prima dell’arrivo del lupo in questo settore del Parco” prosegue Corlatti “in virtù della missione di  conservazione che è alla base dell’istituzione stessa dell’area protetta, e dell’esperienza delle altre Regioni, il Parco  si impegna per promuovere le misure che rendono possibile la coesistenza fra lupo e attività umane”. Il quadro di  tutela del lupo è complesso e articolato: a livello nazionale il lupo è tutelato dalla legge 157 del ’92, dalla legge  Quadro 394/91, che disciplina la conservazione della natura nelle Aree protette, mentre a livello europeo è  riconosciuta come specie da difendere, secondo la Convenzione di Berna (Convenzione sulla Conservazione della  vita selvatica e degli Habitat in Europa), firmata a Berna il 19 settembre 1979 e ratificata dall’Italia con la legge  5 agosto 1981, n. 503 e dalla Direttiva Habitat 357 del ’92.

“Proprio in questo contesto normativo definito a livello Nazionale, più che locale, un atto di bracconaggio come  questo risulta particolarmente grave” - spiega Luca Pedrotti, coordinatore scientifico del Parco Nazionale dello  Stelvio - “e rende nulli gli sforzi che il Parco e Regione Lombardia, insieme alla comunità locale, si stanno  impegnando a fare per facilitare la compresenza di lupo e uomo in questo territorio; è attualmente argomento di  discussione a livello nazionale ed europeo la possibilità di intervenire in determinate condizioni con abbattimenti in  deroga, ma si tratta di una questione che può essere affrontata solo in maniera coordinata tra i soggetti istituzionali,  locali e centrali, e la cui eventuale applicazione può solo essere conseguente alla messa in atto delle misure di  prevenzione attivabili; per cui un’azione individuale, come questa, si configura quale reato penale e non può che  generare l’effetto contrario”.

Gesto grave

“Vi è la piena disponibilità da parte del Parco” dichiara il direttore Franco Claretti, “a sostenere tutte le azioni a  favore di questi territori, agricoltura compresa, finalizzate a rafforzare la cooperazione nella gestione di questa  specie.

Il grave gesto, oltre che inutile dal punto di vista ecologico, non ha giustificazione alcuna. Sarà rafforzato il  nostro impegno nel proseguire, insieme alle Comunità, il dialogo costruttivo nella convinzione che il lupo rappresenta  un elemento fondamentale degli ecosistemi naturali e la conservazione di questa specie comporta un beneficio per  tutte le altre componenti ambientali ad essa interrelate”.

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