Situazione negativa

Occupazione in Provincia di Sondrio: la situzione è preoccupante

L'analisi offerta dal Centro Studi della CGIL Sondrio.

Occupazione in Provincia di Sondrio: la situzione è preoccupante
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In che stato di salute è l’occupazione in Provincia di Sondrio? A fornire un quadro (poco rassicurante) è il centro studi CGIL Sondrio.

L’analisi è riferita al 2019, anno non gravato dalla pandemia, e sul 2020 colpito dalla crisi “Covid 19” tuttora in corso. SCARICA QUI L'ANALISI COMPLETA

Lettura parziale

I dati - spiegano dal sindacato - sono riferiti alle comunicazioni ai Centri per l’impiego provinciali, escluso il lavoro non subordinato, lavoratori autonomi, partite Iva ecc. Pur nella loro dettagliata articolazione, questi si riferiscono ai rapporti di lavoro, quindi in assenza del dato “ore lavorate” la lettura è parziale. La minor durata media dei contratti registrata nel 2020 rispetto agli anni precedenti, dovuta all’incertezza, aggrava le analisi rispetto ai numeri presi in analisi.

Situazione negativa

La situazione, pur in evidente tendenza negativa, beneficia del blocco dei licenziamenti che, salvo per la cessazione di attività, ha consentito il mantenimento dell’occupazione a tempo indeterminato, pur con ampio ricorso agli ammortizzatori sociali (cassa integrazione ordinaria, cassa integrazione covid, cassa in deroga, Fis, Fsba ecc.)Le previsioni per il 2021 non possono essere positive, in particolare se raffrontate al periodo precedente la pandemia. - continuano dal centro studi - Poniamo grandi aspettative nella campagna vaccinale che di fatto determinerà la ripresa dei settori oggi fermi o rallentati dalla pandemia.
Ritardi ed errori

Scontiamo in provincia oltre al ritardo nazionale i gravi errori nella gestione di regione Lombardia. - Sottolinea il sindacato - Il territorio che ha pagato con oltre 500 morti, rischia di essere ulteriormente penalizzato qualora i ritardi nella campagna vaccinale non saranno recuperati e i benefici della ripresa potrebbero andare ad altri con ripercussioni drammatiche sull’occupazione difficilmente recuperabili.

Preoccupazione

Al momento il blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno (31 ottobre per le aziende minori) ha mitigato l’impatto della pandemia sull’occupazione nonostante i drammatici risvolti evidenziati nella ricerca. - Spiega la CGIL Sondrio - Esprimiamo forte preoccupazione nel momento dovesse venir meno questo divieto perché vi sono settori che non riprenderanno immediatamente e che comunque pagano un cambiamento dei consumi che li penalizza drasticamente.

Il territorio rischierà da un lato di essere penalizzato qualora realtà aziendali localizzate su più province dovessero decidere razionalizzazioni a favore di unità logisticamente meglio servite o tecnologicamente più dotate e dall’altro qualora le aziende contoterziste non fossero in grado di essere competitive.

La competizione oggi più di prima è internazionale e i ritardi sulle vaccinazioni penalizzano Sondrio e la Lombardia in particolare. Riteniamo però che la soluzione non passi dal superamento delle attuali priorità come più volte accennato da qualche politico, ma da un’accelerazione della campagna in tutto il paese che superi l’attuale gap nei confronti dei paesi nostri competitori.

Serve un nuovo modello di ammortizzatori sociali

Auspichiamo che la discussione sulla riforma del welfare porti a un nuovo modello di ammortizzatori sociali che consenta la difesa dell’occupazione e una riconversione e riqualificazione delle maestranze per cogliere le opportunità della ripresa e in particolare del next generation EU anche se al momento la declinazione territoriale del recovery plan non è ancora argomento di discussione, mentre altri paesi sono ad uno stato più avanzato che li porterà ad essere pronti e competitivi non appena si potrà intravedere uno spiraglio di ripartenza.

Registriamo, salvo eccezioni, un’assenza dalla discussione provinciale del tema della riconversione green che consentirà di competere a maggior valore aggiunto nell’economia globale e soprattutto europea.

L’analisi dimostra come, al netto delle potenzialità turistico ricettive e commerciali del territorio che condizionano pesantemente l’economia della provincia di Sondrio e che speriamo facciano un salto di qualità con gli interventi propedeutici alle Olimpiadi invernali del 2026, sia però necessario intervenire sul tessuto industriale ed artigianale per garantire occupazione più stabile e ricchezza al territorio.

Dietro i numeri evidenziati dalla ricerca ci sono donne e uomini che hanno perso il lavoro e che difficilmente a breve avranno un’opportunità di reimpiego, per molti di essi le indennità di disoccupazione e i bonus stanno per terminare ed è fondamentale si trovino le risorse che garantiscano loro continuità reddituale.

Speranza

Come già detto in precedenza poniamo notevoli aspettative nell’implementazione di Next generation EU con i recovery plan, in particolare sulla riconversione green e tecnologica delle aziende, propedeutica ad una migliore collocazione competitiva su scala europea e globale e nella riforma della pubblica amministrazione che oltre all’efficientamento veda il rilancio della sanità territoriale, mai come ora importante per la provincia di Sondrio. Auspichiamo, in sintesi, che possa essere un’occasione di rilancio che in aggiunta agli interventi per le Olimpiadi possa fornire al territorio le possibilità per innescare un ciclo virtuoso che non vede dal 2008. Molto dipenderà da quanto deciso a livello centrale, ma subito dopo il territorio dovrà fare sistema per declinarne le ricadute territoriali.

Problemi infrastrutturali

I problemi infrastrutturali della provincia restano però tutti, pertanto auspichiamo che si torni a discutere di come collegare meglio Valtellina e Valchiavenna, oltre che digitalmente, anche con i principali mercati nazionali e internazionali per attenuare il gap che oggi limita la capacità di competere delle nostre aziende.

Frontalieri

Da ultimo, l’analisi riferendosi ai rapporti di lavoro attivati in provincia, - concluede il Centro Studi CGIL - non contempla un fenomeno rilevante per il territorio: quello dei lavoratori frontalieri. In attesa di definire con l’Amministrazione Provinciale e il Cantone dei Grigioni un osservatorio che consenta di avere nel dettaglio una conoscenza più approfondita ed aggiornata del fenomeno, possiamo affermare che oltre frontiera, seppur con ritardo rispetto all’Italia, si riscontrano i medesimi problemi.

Il settore dell’edilizia ha buone prospettive per il 2021, mentre invece turismo e terziario molto dipenderanno dall’andamento della campagna vaccinale in quel Paese e dai tempi dell’auspicato ritorno alla normalità. A tal proposito evidenziamo la carenza territoriale sia scolastica, sia di tipo privato della formazione sulla lingua tedesca, un tempo non necessaria, oggi quasi indispensabile per lavorare nei Grigioni.

Le infografiche

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